La Fiom raddoppia lo sciopero

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Sem­pre uno scio­pero gene­rale. Ma sdop­piato: venerdì 14 novem­bre toc­cherà ai metal­mec­ca­nici del centro-nord con mani­fe­sta­zione a Milano, una set­ti­mana più tardi sarà l’altra metà della peni­sola a scio­pe­rare per 8 ore ritro­van­dosi a Napoli.

La Fiom prova ad inno­vare uno stru­mento che in molti con­si­de­rano supe­rato, rilan­cian­dolo a livello macro­re­gio­nale. Potrebbe poi essere il primo ten­ta­tivo di quello «scio­pero a rove­scio» di cui Lan­dini ha par­lato nelle set­ti­mane scorse per mobi­li­tare tutte le per­sone, anche chi non può scio­pe­rare. A que­sto pro­po­sito il segre­ta­rio della Fiom pre­cisa: «Qual­cosa ci inven­te­remo, ma il tema è da approfondire».

Niente mani­fe­sta­zione nazio­nale unica a Roma — risul­te­rebbe un dop­pione del 25 otto­bre — dun­que. La pro­po­sta della segre­te­ria acciac­cata dalle man­ga­nel­late di mer­co­ledì — Rosa­rio Rappa si pre­senta nono­stante 5 punti in testa — viene appro­vata dal comi­tato cen­trale con 111 voti favo­re­voli e 6 astensioni.

Ini­zial­mente Lan­dini pun­tava a tri­pli­care gli scio­peri e le mani­fe­sta­zioni. «Abbiamo pen­sato che rispetto ad un clas­sico scio­pero gene­rale sarebbe più utile met­tere insieme 2–3 mani­fe­sta­zioni con i rispet­tivi scio­peri in diverse date per il nord, il cen­tro e il sud. Le città potreb­bero essere Milano, Napoli e Terni, quest’ultima da valu­tare in base a quello che suc­ce­derà», spie­gava nella sua rela­zione. Poi, vista la deli­ca­tezza e la pos­si­bile modi­fica della ver­tenza delle Accia­ie­rie spe­ciali di Terni, ha optato per due sole manifestazioni.

I metal­lur­gici della Cgil rilan­ciano così la loro bat­ta­glia con­tro il governo e il Jobs act. E la col­lo­cano a ridosso del Diret­tivo della Cgil del 12 novem­bre che dovrà varare lo scio­pero gene­rale di tutta la confederazione.

La comu­nità d’intenti con la con­fe­de­ra­zione è riaf­fer­mata dagli applausi che hanno accolto l’intervento di Susanna Camusso. Il segre­ta­rio gene­rale della Cgil ha chie­sto ai metal­mec­ca­nici di pre­pa­rarsi ad una «lunga bat­ta­glia». «Man mano che andremo avanti le pro­vo­ca­zioni si mol­ti­pli­che­ranno, spero non come quella di ieri (mer­co­ledì, ndr)», ha detto ricor­dando gli scon­tri in piazza Indi­pen­denza. «Per vin­cere la par­tita di lungo periodo» è indi­spen­sa­bile che «tutti insieme siamo con­vinti che stiamo attra­ver­sando una sta­gione nuova diversa dal pas­sato e per­ciò dob­biamo avere un forte radi­ca­mento sul ter­ri­to­rio, con­qui­starne ogni giorno uno in più. Solo così pos­siamo farcela».

A cin­que mesi dal con­gresso e a sei dal richiamo disci­pli­nare al segre­ta­rio della Fiom sulle vicende del Testo unico sulla rap­pre­sen­tanza, Camusso e Lan­dini mar­ciano ora di pari passo. Potere del ren­zi­smo e della svolta pro-Confindustria intra­presa dal premier.

Un accenno se n’è avuto anche ieri mat­tina quando Renzi davanti ai sin­da­cati metal­mec­ca­nici riu­niti a palazzo Chigi per la ver­tenza Ast Terni ha riba­dito la sua pre­fe­renza per i sin­da­cati azien­dali: «Non vogliamo fare a meno del sin­da­cato sulle trat­ta­tive azien­dali», lasciando inten­dere che con­ti­nuerà invece ad avver­sare il sin­da­cato confederale.

Un pas­sag­gio non pas­sato inos­ser­vato a Susanna Camusso. «Credo che il governo abbia pro­vato a rico­struire una ver­gi­nità nel con­fronto con i lavo­ra­tori persa negli scon­tri — ha spie­gato Camusso — . Resta però il veleno del rico­no­sci­mento del sin­da­cato solo quando si occupa di una ver­tenza azien­dale e non come inter­lo­cu­tore sui temi del lavoro».

Su que­sto punto ha poi appro­fon­dito l’analisi in un’intervista al Tg3. «Noi siamo pronti a discu­tere e a tro­vare solu­zioni. È il governo che si fa scudo del non volere discu­tere con il sin­da­cato. C’è — ha sot­to­li­neato il segre­ta­rio gene­rale della Cgil — una ten­denza della discus­sione ad igno­rare i con­te­nuti della mani­fe­sta­zione del 25 otto­bre, ad igno­rare i con­te­nuti delle nostre pro­po­ste per ridurre tutto al dibat­tito tra i par­titi o den­tro un par­tito. Il nostro obiet­tivo è avere poli­ti­che che creano lavo­rano, esten­dano i diritti e sal­va­guar­dino quelli che ci sono». Per Camusso per tro­vare una solu­zione all’attuale ten­sione «baste­rebbe non con­ti­nuare a dire che con il sin­da­cato non si discute».

Nella sua replica con­clu­siva al Comi­tato cen­trale, Lan­dini ha riba­dito l’importanza della mani­fe­sta­zione di sabato scorso a piazza San Gio­vanni, sot­to­li­neando «la dimo­stra­zione di auto­no­mia della Cgil». In que­sto qua­dro «lo scio­pero gene­rale che abbiamo indetto è la prima con­ti­nua­zione di quella mobilitazione».



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