La cupola dell’Expo “Da Greganti a Frigerio la tela dei rapporti con sinistra e destra”

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MILANO . Primo Greganti si vantava «di andare al Nazareno, che è la sede del Pd». Gianstefano Frigerio, a detta degli altri componenti della «Cupola» Expo, spaziava tra Arcore e l’assessorato alla Sanità della Regione, guidato da Mario Mantovani. Per spingere un buon manager nella scala più alta delle società di Stato, poteva presentare banchieri (Ubaldo Livolsi e l’ex numero uno dello Ior, Angelo Caloia), o manager di Stato come il vicepresidente dell’Autority dei contratti pubblici, Berarducci, o il segretario generale dei Trasporti Scino. Visto che gli appoggi servivano da tutte le parti, l’ex centrista Sergio Cattozzo aveva il compito di garantire le coperture nell’Ncd, direttamente con Vito Bonsignore o comunque dialogando con la Lega attraverso «Maroni e il sindaco di Verona Tosi». Chiamarla cupola sembra riduttivo. Perché grazie all’agenda del pregiudicato, ma riverito, «professor» Frigerio, fino all’8 maggio scorso — momento del suo arresto — tanti politici o manager pubblici avevano garantiti incontri, attenzioni, e soprattutto appoggi. Il nuovo elenco emerge dalle carte depositate nell’inchiesta Expo, il cui processo prenderà il via il prossimo 2 dicembre.
GLI APPOGGI A SINISTRA
L’ex «compagno G», Greganti, oltre a essere accorto nel parlare al telefono, era riluttante a raccontare quelle che erano le sue frequentazioni politiche. Ma qualcosa ogni tanto gli scappava. Così, lo scorso 18 giugno, davanti ai pm di Milano Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio, il faccendiere Sergio Cattozzo, sui «contatti» politici del compagno G, risponde: «Non mi ha mai detto con chi parlava… Lui diceva di andare al Nazareno, che è la sede del Pd». L’ex manager di Expo, Angelo Paris, anche lui arrestato a maggio, è più particolareggiato. «L’unico nome che mi fece Greganti — spiega nel verbale del 4 giugno — è quello del ministro Martina, ma relativo al discorso Paesi» (appalto per la realizzazione dei padiglioni Expo, ndr ). Quale era esattamente il ruolo dell’attuale ministro dell’Agricoltura? Sempre secondo Paris, «prima di questo nuovo incarico da ministro, Martina era in contatto per fare, tra virgolette, segnalare, lavorare aziende italiane, tra cui la CMC (Cooperativa muratori e costruttori di Ravenna, ndr) ». Per Paris, fu lo stesso Greganti a svelare i contatti con Martina. Greganti giura di non aver mai incontrato alcun politico. «Così mi rovinate politicamente», sembra urlare al gip Fabio Antezza. «Io non ho visto nessuno, nemmeno Bersani, che neppure conosco».
LE PRESSIONI SULLA DESTRA
Nel centrodestra, invece, il garante sembra essere il «professore » Frigerio. Nel verbale appena depositato, Paris a domanda dei pm ricorda anche di «quella volta che mi fece i nomi di Guerini e Delrio, però solo come contatti del nuovo esecutivo di Renzi, come possibili punti di contatto». Paris è accusato di aver pilotato più di un appalto milionario di Expo, su società sponsorizzate dalla cupola. E, almeno dalle intercettazioni telefoniche, emerge come per sdebitarsi garantendogli la poltrona da direttore generale di Infrastrutture lombarde (Ilspa), Frigerio attivi realmente fino alla fine dell’aprile scorso più canali. «Berlusconi e Mantovani ha detto che avrebbero giocato un ruolo nel favorire la mia… (candidatura, ndr ) ». E per tenere ancor più in palmo di mano Paris, «Frigerio mi presentò una volta a pranzo Ubaldo Livolsi e poi io andai a trovarlo una volta in ufficio ». Stessa tattica portata avanti con Berarducci, Scino e Caloia. «Mentre Cattozzo mi fece incontrare una volta Vito Bonsignore, e Bonsignore se lo giocò (Cattozzo, ndr), anche nel supporto alla mia candidatura in Ilspa ». L’indagato conclude il suo verbale spiegando bene il ruolo della cupola Expo. «Io non ho mai pensato per i titoli professionali che avevo di contattare direttamente i politici…». Il pm Gittardi lo interrompe, precisando: «Beh, però Frigerio e Cattozzo servivano a questo, no?». «Loro lo fanno, loro lo fanno… a questo miravano».



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