Messico, sciopero a oltranza per gli studenti uccisi

Loading

Scio­pero a oltranza negli Isti­tuti poli­tec­nici del Messico. Gli stu­denti pro­te­stano con­tro la riforma degli isti­tuti e la pri­va­tiz­za­zione della scuola pub­blica, ma anche con­tro la repres­sione. Venerdì scorso, oltre 50.000 stu­denti hanno mani­fe­stato per le strade della capi­tale Città del Messico per chie­dere giu­sti­zia sui fatti di Iguala, una città dello stato del Guer­rero, nella parte sud-occidentale del paese.

La notte del 26 set­tem­bre, la poli­zia muni­ci­pale di Iguala spa­ra­ con­tro tre auto­bus su cui si tro­vano stu­denti della Nor­mal Rural di Ayo­tzi­napa, in mobi­li­ta­zione con­tro i nuovi piani di stu­dio appro­vati in estate. Uno stu­dente rimane ucciso. Poco dopo la mez­za­notte, i gio­vani della Nor­male (chia­mati «nor­ma­li­stas») ven­gono di nuovo aggre­diti da uomini armati men­tre stanno par­lando con i gior­na­li­sti. Muo­iono altri due stu­denti, una ven­tina di loro rimane ferita e altri 25 arre­stati. Nella stessa zona, un com­mando con fucili d’assalto attacca un auto­bus su cui viag­giano i cal­cia­tori della squa­dra Avi­spo­nes, che rien­trano in auto­bus a Chil­pan­cingo. Ucci­dono tre atleti, forse scam­biati per stu­denti in agitazione.

Durante la gior­nata di sabato, si dif­fonde la noti­zia che 58 «nor­ma­li­stas» che par­te­ci­pa­vano alle pro­te­ste sono scom­parsi. Viene pub­bli­cata una lista, 22 agenti della poli­zia muni­ci­pale ven­gono arre­stati con l’accusa di aver spa­rato con­tro gli stu­denti. Il sin­daco di Iguala, José Luis Abarca Vela­z­quez e Felipe Flo­res Vela­z­quez, segre­ta­rio per la Sicu­rezza del muni­ci­pio, si ren­dono irre­pe­ri­bili, dopo che la Pro­cura gene­rale ha emesso un man­dato di com­pa­ri­zione nei loro con­fronti. Il gover­na­tore di Guer­rero, Angel Aguirre Rivero, pro­mette una ricom­pensa di un milione di pesos a chi for­ni­sca infor­ma­zioni per ritro­vare gli stu­denti scom­parsi: 44 — dice — per­ché gli altri si sono nasco­sti per paura o sono tor­nati alle loro comunità.

Ma al fune­rale degli stu­denti uccisi, mae­stri, con­ta­dini, stu­denti e fami­liari chia­mano in causa l’intreccio tra poteri locali e gruppi para­mi­li­tari, che hanno evi­den­te­mente agito di con­certo con la poli­zia. E ricor­dano le respon­sa­bi­lità del gover­na­tore, coin­volto anche nel mas­sa­cro di El Charco, del 1998, e respon­sa­bile dell’uccisione di altri due «nor­ma­li­stas», nel 2011. I nomi degli uccisi a Iguala e quelli degli scom­parsi ven­gono gri­dati anche durante le mani­fe­sta­zioni che si svol­gono il 2 in tutto il Mes­sico: nel 46° anni­ver­sa­rio del mas­sa­cro di Piazza delle Cul­ture a Tla­te­lolco, quando ven­nero uccise dalla poli­zia almeno 300 per­sone che mani­fe­sta­vano soli­da­rietà ai movi­menti del ’68.

Tra mili­ta­riz­za­zione e insi­cu­rezza si misura il disa­stro delle poli­ti­che neo­li­be­ri­ste del governo di Enri­que Peña Nieto, eletto nel 2012 fino al 2018. Le «desa­pa­re­cion» sono in aumento, e così pure le spese mili­tari. Dei 22.000 scom­parsi, 9790 sono stati denun­ciati durante il governo Nieto, 12.532 durante quello di Felipe Cal­de­ron. Il 73,3% dei cit­ta­dini con­si­dera insi­curo il suo paese, dove i delitti sono aumen­tati nel 2013 del 19,5% rispetto all’anno pre­ce­dente. Secondo Repor­ters sans fron­tiè­res, Messico e Colom­bia sono i paesi più insi­curi per i gior­na­li­sti. Nel 2013, il costo dell’insicurezza è stato di 15.879 milioni di dol­lari, l’1,27% del Pil.

Nono­stante le pro­te­ste popo­lari, in Messico è appena stata appro­vata una riforma ener­ge­tica che mette fine a 75 anni di mono­po­lio dell’impresa sta­tale Pemex e apre le porte alle imprese pri­vate e alle mul­ti­na­zio­nali per lo sfrut­ta­mento di petro­lio e gas natu­rali. Insieme alla Colom­bia, il Messico è un asse por­tante degli Accordi di libero scam­bio con Washing­ton, part­ner pri­vi­le­giato. Ma il gio­vane pre­si­dente flirta anche con altre alleanze negli orga­ni­smi lati­noa­me­ri­cani e nei Brics. E ora, dopo la visita del mini­stro degli Esteri cinesi, Wang Yi, pare inten­zio­nato ad acco­gliere Pechino, le cui imprese sono «molto inte­res­sate a par­te­ci­pare atti­va­mente» all’apertura petro­li­fera messicana.



Related Articles

Hollande prende tempo sull’«affaire Julie» e punta sull’economia

Loading

53 miliardi di tagli e 30 di sgravi fiscali alle imprese Un blogger francese: Gayet aspetta un bambino 

Il Burundi è sull’orlo di una guerra civile lontano dagli occhi del mondo

Loading

Il Burundi confina con il Ruanda e condivide una composizione etnica simile a quella del paese teatro del genocidio del 1994

Ecuador in rivolta contro l’austerità, il presidente Moreno decreta lo stato d’emergenza

Loading

Il “paquetazo”. Le misure estreme, frutto dell’intesa tra governo del presidente “traditore” e Fondo monetario internazionale, prevedono tra l’altro tagli a salari, ferie, servizi e pensioni

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment