Cgil. Landini-Camusso, prove di unità. La Cisl boccia tutti

Cgil. Landini-Camusso, prove di unità. La Cisl boccia tutti

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Sarà il Diret­tivo del 17 set­tem­bre a deci­dere tempi e modi della mani­fe­sta­zione «per il lavoro» della Cgil. Da parte di Susanna Camusso c’è tutta la volontà che sia uni­ta­ria. Sia rispetto alle altre con­fe­de­ra­zioni, sia rispetto alla Fiom, la prima a deci­dere per una mobi­li­ta­zione, fis­san­dola già per sabato 25 otto­bre a Roma.

E se lunedì la tem­pi­stica degli annunci nella stessa gior­nata di Fiom e Cgil aveva dato adito a spe­cu­la­zioni su una pos­si­bile con­trap­po­si­zione o «corsa alla piazza», la verità è che invece sia Camusso che Lan­dini erano a cono­scenza della volontà dell’altro di indire mani­fe­sta­zioni nazio­nali, dun­que non in contrapposizione.

Una posi­zione riba­dita da Camusso ieri sera a Firenze, dove il segre­ta­rio gene­rale della Cgil è stato ospite della festa de l’Unità in casa di Mat­teo Renzi il giorno dopo di Mau­ri­zio Lan­dini. «La nostra mani­fe­sta­zione non è in con­trad­di­zione e non è, ovvia­mente, su un’altra strada rispetto a quella della Fiom, o di altre mani­fe­sta­zioni dei lavo­ra­tori pub­blici. Diciamo che è l’impostazione di una sta­gione — ha pre­ci­sato – durante la quale cer­che­remo un rap­porto anche con Cisl e Uil».

Ma a stretto giro di posta è pro­prio Raf­faele Bonanni a boc­ciare la pro­po­sta di Camusso. Usando stru­men­tal­mente l’adesione alla mani­fe­sta­zione da parte di Sel, il lea­der Cisl bolla l’iniziativa come «di sini­stra». «Se la Cgil non starà attenta, la sua sarà una mobi­li­ta­zione di sini­stra e biso­gna vedere di quale sini­stra. A noi non inte­res­sano que­ste cose. Come Cisl faremo ini­zia­tive sui ter­ri­tori», dimen­ti­cando la mani­fe­sta­zione annun­ciata dai suoi metal­mec­ca­nici della Fim sotto palazzo Chigi mar­tedì 30 settembre.

Camusso da parte sua punta a tenere la barra dritta pun­tando sul con­te­nuto della mobi­li­ta­zione. Ha deciso di rom­pere gli indugi sull’usuale bal­letto autun­nale Cgil – «piazza sì, piazza no» – dopo aver capito che lo spa­zio di mano­vra si stava ampliando. Il mal­con­tento per le deci­sioni e i pochi risul­tati del governo – e il man­cato rin­novo del con­tratto per i dipen­denti pub­blici, il man­cato allar­ga­mento degli 80 euro ai pen­sio­nati – ha por­tato il segre­ta­rio gene­rale a deci­dere per l’annuncio fatto da Flo­ris. Sarà una piazza «per il lavoro», quella della Cgil, senza accenti con­tro Renzi per non rischiare l’ennesima débâ­cle mediatica.

Al cen­tro ci sarà la pro­po­sta di riforma dello Sta­tuto dei lavo­ra­tori: se Ncd e il mini­stro Guidi pun­tano a tagliare ulte­rior­mente l’articolo 18, Camusso pro­porrà un allar­ga­mento di diritti e tutele per gio­vani e pre­cari, a comin­ciare dal diritto alla mater­nità, al giu­sto com­penso, ad una pen­sione dignitosa.

Dopo il «No» di Bonanni, è dif­fi­cile che una Uil in piena bagarre con­gres­suale accetti di unirsi alla mobi­li­ta­zione. Molto pro­ba­bile dun­que che la Cgil torni in piazza da sola, cer­cando comun­que di non rom­pere con le altre con­fe­de­ra­zioni. Un qua­dro esterno che quindi potrebbe por­tare ad un ricom­pat­ta­mento interno. Sui con­te­nuti della mobi­li­ta­zione infatti le posi­zioni del segre­ta­rio della Cgil e di quello della Fiom sono molto meno lontane.

L’ipotesi al momento più pro­ba­bile è che Lan­dini e tutta la mino­ranza Cgil ora riu­nita in «Demo­cra­zia e lavoro» decida di par­te­ci­pare alla mani­fe­sta­zione, pro­ba­bil­mente sabato 11 otto­bre. Ma di non rinun­ciare a tor­nare in piazza due set­ti­mane più tardi – il 25 — per una pro­pria mani­fe­sta­zione, pun­tata sulle pro­po­ste in mate­ria indu­striale: rilan­cio degli inve­sti­menti, con­tratti di soli­da­rietà e ridu­zione dell’orario di lavoro.



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