Sgravi e project bond, le tappe del decreto sblocca Italia
ROMA — Il decreto sblocca Italia è ancora un cantiere in piena attività. Per motivi tecnici: è stato sommerso dalle obiezioni incrociate dei diversi ministeri coinvolti, come dimostra la bozza entrata in Consiglio dei ministri, punteggiata dalla scritta «parere contrario del ministero x», ben evidenziata in rosso. Il secondo motivo è la mancanza delle risorse: il decreto è a «costo zero», è stato puntualizzato, per cui le misure che comportavano una spesa, come i bonus per l’edilizia e quello per gli affitti, sono rimaste sospese, come rivela la dicitura che suggella l’articolato, «salvo intese». Il governo ha riposto grandi aspettative nel Consiglio europeo straordinario di ottobre, in cui metterà l’accento sulla necessità di misure comuni per la crescita: potrebbe succedere che, di fronte a un atteggiamento europeo di maggiore flessibilità, i cordoni della borsa possano tornare a riaprirsi e il decreto, in sede di conversione, venga integrato.
Per ora il testo in lavorazione, che come si è visto manca della parte relativa al riordino delle municipalizzate di cui dovrebbe parlare il commissario alla spending review Carlo Cottarelli domani in una conferenza stampa, finanzia e/o sblocca alcune opere e stimola l’economia attraverso norme semplificative.
Un primo pacchetto riguarda l’edilizia, più quella esistente che quella futura. L’intento è quello di facilitare le ristrutturazioni, ad esempio consentendo senza acquisizione di permessi, ma con la sola Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), il frazionamento o l’accorpamento di unità immobiliari, anche con un aumento delle unità, senza il pagamento del contributo di costruzione. Contributo che si riduce del 20% quando l’immobile da ristrutturare è in dismissione. A ciascun proprietario è consentito di variare i volumi interni con una semplice comunicazione. Mentre nei contratti di locazione di grandi immobili non abitativi, che superino i 100 mila euro annui, 250 mila per gli alberghi, si permette di derogare ai vincoli di legge. Potrebbe essere passata una norma che consente ai Comuni di liberare i cittadini e le associazioni no profit, che abbiano presentato un progetto di riqualificazione di una zona, occupandosi della pulizia, della manutenzione e dell’abbellimento, dal pagamento dei relativi tributi.
Il decreto cerca di agevolare forme innovative di finanziamento e accrescimento delle imprese. Prevede la creazione di un Fondo per patrimonializzarle partecipato al 20% da Cassa depositi e prestiti. Quest’ultima vede accresciuta la propria operatività, potendo ora utilizzare la gestione del risparmio postale e dei titoli con garanzia statale per operazioni con finalità di interesse economico generale e le risorse tratte dal mercato, a supporto di progetti d’investimento in vari settori. In attesa che a livello europeo si investa sul project financing , il decreto introduce sgravi fiscali sulle opere promosse dai privati facendo scendere la soglia del valore dagli attuali 200 milioni a 50 milioni, con un credito d’imposta che viene concesso anche a chi investe nella banda larga. L’utilizzo dei project bond viene semplificato, mentre i l piano straordinario per il made in Italy ha lo scopo di rilanciare un settore da cui il governo si attende molto.
Nel comparto ambiente ci sono le norme che serviranno a superare le procedure d’infrazione europee sul dissesto idrogeologico e sui rifiuti. In particolare l’ultima bozza contiene una norma che consentirebbe al premier, entro 90 giorni dall’approvazione del decreto, di individuare gli impianti di recupero di energia e smaltimento rifiuti urbani e speciali, esistenti o da realizzare, che consentano l’autosufficienza nazionale. I termini di tutte le procedure vengono ridotte alla metà e, in caso di inattività delle amministrazioni competenti, si applica il potere sostitutivo del governo.
Tra le norme per ora passate sotto silenzio c’è la defiscalizzazione per tre anni delle indennità del personale di volo delle compagnie aeree, finanziato con i soldi dell’Enac (ente aviazione civile) e il passaggio del servizio di pronto soccorso degli scali a carico degli stessi. Tutta da verificare l’approvazione di una norma che autorizza la realizzazione di condhotel , cioè alberghi diffusi, su cui però pendeva la contrarietà del ministero del Turismo.
Sembra passata invece la revisione della normativa sui veicoli a bassa emissione, in dubbio l’articolo che renderebbe possibile l’utilizzo delle telecamere in zone a traffico limitato e dei tutor per multare chi non ha l’assicurazione, grazie all’incrocio immediato di diverse banche dati.
Antonella Baccaro
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