Francia, nel rimpasto di Valls solo fedelissimi dell’Eliseo un banchiere all’economia

Francia, nel rimpasto di Valls solo fedelissimi dell’Eliseo un banchiere all’economia

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PARIGI . Due anni dopo essere stato eletto, François Hollande ha deciso di governare da solo, privandosi della sinistra del partito socialista, con un governo ristretto, composto da fedelissimi. Nel nuovo esecutivo presentato ieri pomeriggio sono stati sostituiti i tre ministri ribelli, che contestavano la politica del rigore chiesta dall’Europa e che il leader socialista ha scelto di rispettare, seppure con margini di flessibilità notevoli in confronto a paesi come l’Italia o la Spagna.
Il rimpasto conferma il governo nominato a marzo, dopo la débacle elettorale alle municipali, compatto nei numeri (otto donne e otto uomini) e identico in alcuni ministeri chiave: Laurent Fabius agli Esteri, Christiane Taubira alla Giustizia, Bernard Cazeneuve agli Interni, Jean-Yves Le Drian alla Difesa, Ségolène Royal all’Ambiente e l’Energia. Anche Michel Sapin, titolare delle Finanze, rimane al suo posto per portare avanti la linea del Presidente: il Patto di Stabilità non si ridiscute ma bisogna rallentare la riduzione del deficit e favorire gli investimenti.
La sostituzione più attesa era quella del ministero dell’Economia, occupata fino a domenica dal dissidente Arnaud Montebourg che ha criticato apertamente il “dogma” di Bruxelles. Al suo posto, arriva Emmanuel Macron, 36 anni. Il banchiere d’affari, già consigliere economico di Hollande, è autore del “Patto di responsabilità”, il pacchetto di sgravi alle imprese che ha provocato la protesta dei deputati “frondisti”. La nomina di Macron è un segnale chiaro all’ala riottosa del Ps. “In momenti come questi — ha tuonato il premier Manuel Valls — servono due cose, dignità e coerenza».
La prova di forza interna alla gauche è appena cominciata. “Crise de régime” hanno titolato ieri sia Libération che Le Figaro, segnalando all’unisono la fragilità della maggioranza. A metà mandato Hollande ha perso per strada l’appoggio dei Verdi, dei centristi e ora di una parte del suo partito. Al 17% della popolarità, minimo storico per un presidente, il leader socialista punta tutto su Valls, costretto in appena 5 mesi a varare un rimpasto e pure lui in caduta libera nei sondaggi. «L’ultima chance per il Presidente» commenta Le Monde in prima pagina. Hollande si gioca tutto, chiamando a sé alcuni volti giovani: Najat Vallaud-Belkacem, 36 anni, già portavoce del governo,
ministra dei Diritti della donna, dei Giovani e dello Sport, ora addirittura prima donna responsabile dell’Educazione nazionale. L’altra novità è Fleur Pellerin, 41 anni, già sottosegretario all’Economia digitale, arrivata a sorpresa nel prestigioso ministero della Cultura.
La cacciata dei ministri di lotta e di governo è un cambio di passo per il «molle» leader socialista, spronato ad agire dal premier. Ma sacrificando l’ala sinistra del partito, Hollande rischia molto all’Assemblée Nationale. A luglio 35 deputati si sono astenuti sulla manovra correttiva. Hollande può contare su una maggioranza risicata di quasi 300 deputati: la maggioranza assoluta è di 289 voti. Tra poco più di un mese, il governo Valls II dovrà presentare la Finanziaria. Si capirà allora quante possibilità ha Hollande di vincere la sua estrema scommessa.


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