Linea dura di Franceschini su Pompei «Precettare chi sciopera in siti e musei»

Linea dura di Franceschini su Pompei «Precettare chi sciopera in siti e musei»

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ROMA — Gli scavi di Pompei resteranno aperti. Sono state sospese le proteste sindacali che avrebbero impedito fino a giovedì l’ingresso alle rovine più belle del mondo. Ma Dario Franceschini, ministro della Cultura, non si accontenta di questo scampato pericolo dell’ultima ora. E annuncia: «Sto studiando una norma che in casi eccezionali permetta di precettare il personale di siti e musei».
La proposta del ministro Franceschini è stata subito accolta da Roberto Alesse, presidente dell’authority per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali: «Siamo disponibili all’apertura di un tavolo tecnico con il governo e i sindacati per discutere della proposta del ministro Franceschini». Mentre la leader della Cgil Susanna Camusso ha voluto mettere un freno: «Attenti alla logica aggressiva sui diritti dei lavoratori».
Susanna Camusso ha fatto questa dichiarazione pur precisando che davanti alla protesta di chiusura «selvaggia» degli scavi di Pompei la Cgil locale aveva deciso di sfilarsi. Anche la Uil, all’ultimo momento, aveva deciso di non partecipare a quelle assemblee che, di fatto, avrebbero impedito l’ingresso ai turisti tutte le mattine.
Ad aderire a quella protesta selvaggia era quindi rimasta la Cisl con i sindacati di base degli scavi di Pompei. E già domenica il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni aveva annunciato l’intenzione di commissariare il suo sindacato locale. Ieri la Cisl di Napoli lo ha fatto sul serio, ha commissariato la Cisl di Pompei.
Il commissariamento del sindacato non risolverà tuttavia le relazioni sindacali locali. Per questo il segretario Bonanni ha chiesto un incontro urgente al ministro Franceschini. E ha spiegato: «Vorrei definire un quadro di regole chiare e di comportamenti reciproci tra le amministrazioni pubbliche e i rappresentanti sindacali. Una sorta di decalogo della convivenza».
A Pompei il nuovo soprintendente Massimo Osanna (arrivato nel marzo scorso) ha sempre cercato il dialogo con i sindacati. Ed è stato lui che ieri mattina aveva già convocato le rappresentanze sindacali per scongiurare la protesta selvaggia, ancor prima dell’annuncio del commissariamento e di un appello che già domenica era stato fatto dal ministro Dario Franceschini.
Non ha dubbi il ministro della Cultura: «I musei sono servizi pubblici essenziali come i treni e gli aerei». Per questo ora propone la precettazione, forse considerando anche la notevole perdita economica che queste chiusure selvagge comportano, e lo comportano sicuramente, nel caso di un sito come Pompei.
Calcola il soprintendente di Pompei, Massimo Osanna: «Basta fare due conti, molto semplicemente. Prendiamo ad esempio domenica mattina: i cancelli di Pompei sono stati chiusi appena due ore e davanti all’ingresso c’erano più di 500 turisti in attesa. Se non avessero aperto se ne sarebbero andati via. E se moltiplichiamo per 500 il prezzo del biglietto, 11 euro,fa 5 mila e 500 euro. Per sole due ore di chiusura. Vogliamo invece provare a calcolare le proteste di una giornata intera? Lì arriviamo anche a 6-7 mila presenze, che aumentano la domenica. Ma questo è soltanto il costo economico. Vogliamo calcolare anche la figuraccia a livello mondiale, poiché è da tutto il mondo che i turisti arrivano per vedere le rovine di Pompei?».
Intanto una buona notizia per gli scavi: dopo quattro anni si riapre il sipario sul Teatro grande di Pompei. La struttura edificata in età sannitica dentro l’area archeologica e ricostruita nel II secolo a.C è rimasta sotto sequestro fino al 30 in seguito a un’inchiesta giudiziaria. Sabato e domenica si torna invece in scena con tre episodi tragici: l’Orestea di Eschilo, l’Agamennone, Le Coefore e le Eumenidi, tutti prodotti dalla Fondazione Inda di Siracusa.
Alessandra Arachi



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