L’Argentina tratta sul debito arriva un mediatore americano
ROMA . Il governo argentino cercherà di trovare un accordo con gli hedge funds. Il giudice Thomas Griesa, lo stesso che ha condannato l’Argentina a pagare il 100 per cento del debito a quelli che Buenos Aires definisce “fondi avvoltoi”, ha nominato Daniel Pollack, un avvocato dello studio legale Mc Carter & English, «special master» incaricato di condurre il negoziato tra le parti. Il governo argentino si era sottratto a lungo a qualunque tipo di negoziazione, ma ieri ha invece comunicato la disponibilità a trattare, chiedendo inoltre la sospensione della sentenza a favore degli hedge funds, in modo da poter rispettare la scadenza del 30 giugno per i pagamenti pattuiti con la stragrande maggioranza dei creditori, quel 92,4 per cento che ha invece siglato l’accordo con il governo, accettando una forte riduzione (tra il 60 e il 70 per cento) dei propri crediti, e una consistente diluizione dei pagamenti.
La vicenda, che risale al default argentino del 2001, sta mettendo alle strette il Paese latinoamericano, e rischia di farlo tornare alla stessa situazione di tredici anni fa. Infatti, come spiega Buenos Aires in un lungo comunicato che domenica è stato pubblicato, a pagamento, sul New York Times, Washington Post e Wall Street Journal , e che oggi esce con le stesse modalità su alcuni quotidiani europei, tra cui Repubblica e Le Monde, «pagare i fondi avvoltoi spinge al default », ma non pagare implica «mettere a rischio il diritto degli obbligazionisti che hanno aderito alla ristrutturazione del 2005 e del 2010 di ottenere il pagamento dei propri bond».
Nel comunicato l’Argentina si scaglia ancora una volta contro “los fondos buitre” (avvoltoi), che «non sono creditori originari» ma hanno «acquistato
a prezzi stracciati titoli in default dopo il concambio, all’unico scopo di agire legalmente contro il Paese, al fine di ottenere un guadagno strabiliante ». Sono ragioni che non lasciano indifferenti neanche i quotidiani statunitensi: il Wall Street Journal in particolare ha ricostruito accuratamente gli ingenti guadagni che diversi fondi speculativi hanno fatto in questi anni alle spalle dell’Argentina. Al momento Buenos Aires deve rimborsare ai fondi NML Capital e Aurelius Management 1,33 miliardi di dollari, il 100 per cento del valore nominale. E questo, oltre a svuotare le casse dello Stato, creerebbe un’ingiusta discriminazione con gli altri creditori, violando la stessa legge argentina.
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