Bufera sulla Guardia di Finanza “Mazzette per un milione” indagato il vice comandante
NAPOLI . Tangenti su tangenti. Dal colonnello ai «generali romani». Esisteva un vero e proprio “sistema Finanza”. «Più crescono i vostri affari, più dovete pagare», era la richiesta avanzata a due imprenditori napoletani che ora vuotano il sacco con la Procura. Ed è di nuovo bufera al vertice delle Fiamme Gialle.
Un milione di euro sarebbe stato versato in sei anni al colonnello Fabio Massimo Mendella, fino a ieri comandante provinciale a Livorno, arrestato all’alba. Dovrà rispondere di concussione per induzione. Due generali indagati per corruzione in filoni paralleli: il comandante in seconda Vito Bardi e il suo predecessore Emilio Spaziante, già arrestato nei giorni scorsi per lo scandalo Mose.
L’indagine spinge i pm Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock a perquisire gli uffici di Bardi nel cuore del Comando generale di via XXI Aprile a Roma.
Si apre un altro capitolo della nuova tangentopoli. In cella finisce anche il commercialista Pietro Luigi De Riu, ritenuto il “collettore” delle somme destinate a Mendella. Nel paese degli annunci di lotta all’evasione, spunta la storia di verifiche fiscali addomesticate, o del tutto omesse, in cambio di denaro. Rate mensili lievitate da 15mila fino a 30mila euro, fino a un totale di un milione. Soldi versati a De Riu e nascosti «nelle confezioni di telefonini cellulari». A raccontare la lunga serie di dazioni sono gli imprenditori Giovanni e Francesco Pizzicato, fratelli titolari di varie società e di locali notturni cittadini: i due sono già al centro di accertamenti per una frode fiscale internazionale, quando da Lituania e Bulgaria vengono segnalate in Procura alcune anomalie nei conti delle loro società. Gli amici della Finanza li coprono, i pm li esautorano dalle indagini. Rivela uno dei fratelli: «Quel commercialista ci disse che, oltre al colonnello, bisognava foraggiare i generali romani». Fiducia nel corpo della Finanza viene ribadita dal procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo, che sottolinea di aver affidato i provvedimenti, oltre che alla Digos, anche alle Fiamme Gialle di Roma. Anche il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, si schiera al fianco della Finanza: «Mi addolora la notizia che è indagato un alto responsabile. Confermo la mia fiducia totale, dai vertici a tutto il personale. Purtroppo si è verificato questo caso. Da parte del governo continua l’opera di contrasto e lo sforzo di estirpare la corruzione».
Anche il magistrato e presidente dell’Autorithy anticorruzione Raffaele Cantone puntualizza: «C’è una parte della nazione che è sana. La Finanza non ha avuto nessuna remora ad occuparsi di indagini al proprio interno». E intanto il Cocer delle Fiamme Gialle dice no a «ingenerose generalizzazioni». «Se oggi i gravi episodi di corruzione sono portati al giudizio dei tribunali, lo si deve al nostro lavoro e a quello della magistratura».
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