L’Italia dei vulnerabili “Nella vita farò peggio rispetto ai miei genitori ”

L’Italia dei vulnerabili “Nella vita farò peggio rispetto ai miei genitori ”

Loading

I DATI DELL’INDAGINE GENWORTH
ROMA . La misura della decadenza economica del Paese non è solo in quel modestissimo 4% che si considera finanziariamente sicuro, uno sparuto drappello di italiani che non teme rovesci. E’ soprattutto la distanza tra generazioni che denuncia l’arretramento: il 56% di chi ha tra i 25 e i 44 anni dichiara di trovarsi «in una situazione peggiore rispetto a quella dei propri genitori alla loro stessa età». Mentre il 48% degli over 65 dichiara il contrario: ha fatto dei passi in avanti rispetto ai genitori. Il forte svantaggio dei giovani si riflette anche in un altro dato che emerge dall’indagine Genworth sulla vulnerabilità finanziaria: il 70% degli italiani sotto i 25 anni è disposto a cercare un lavoro all’estero. In Francia, tanto per fare un paragone con un Paese vicino, la percentuale nella stessa fascia d’età è il 44.
La sesta edizione dell’indice Genworth certifica la forte disparità tra le generazioni in Italia, ma anche l’insicurezza di un Paese dove nessuno si sente al sicuro: infatti gli italiani consumano poco, risparmiano molto anche a fronte di entrate modeste e comprano prodotti assicurativi in percentuale superiore rispetto al resto dell’Europa. Li ha acquistati il 63% degli intervistati, contro una media europea del 57: in particolare gli italiani si preoccupano di assicurarsi un reddito dopo il pensionamento, il 31% del campione Genworth ha acquistato un’assicurazione di rendita contro il 13 della media europea. «La percezione delle famiglie della propria vulnerabilità finanziaria è un fattore che influenza il rilancio dei consumi — osserva Carlo Cortella, direttore generale per il Sud e Est Europa di Genworth Lifestyle Protection — che potrebbe invece favorire una solida ripresa economica. Le famiglie italiane sono frenate, dunque, anche da limitazioni psicologiche ».
Nella classifica europea della vulnerabilità l’Italia nel 2013 guadagna una postazione rispetto all’anno precedente, è all’undicesimo posto, però rimane ancora in svantaggio rispetto agli anni pre-crisi (era decima nel 2007). Le prospettive di ripresa appaiono ancora lontane: se il 30% risulta finanziariamente vulnerabile, il 25% ritiene che la propria situazione peggiorerà nei prossimi 12 mesi, una percentuale maggiore che in Irlanda, che pure si trova immediatamente dopo nella classifica generale. Le difficoltà a sostenere le spese familiari sono causa di stress per più della metà degli intervistati, con punte ancora più alte (61%) nel Mezzogiorno. In quasi tutti i Paesi europei la quota dei “vulnerabili” supera quella dei “sicuri”. Però quello che caratterizza l’Italia, a parte il basso indice, è il pessimismo: dalla Turchia alla Polonia, gli intervistati sono più ottimisti sulle prospettive finanziarie.



Related Articles

«La flessibilità  è troppa. Pronti a discutere ma non sull’articolo 18»

Loading

Intervista a Susanna Camusso. Il segretario Cgil: «Disponibili a parlare dei tempi delle cause di lavoro Ma ministri e sindacalisti la smettano di parlare sempre di licenziamenti»

«Segnali di ripresa, ma pesa il credito»

Loading

Bankitalia: situazione fragile. Moody’s e Ocse ottimisti: nel 2014 Italia in crescita

Lisbona, il sindacato non ha più paura

Loading

AUSTERITY: CENTINAIA DI MIGLIAIA IN PIAZZA
A Lisbona la protesta cresce di giorno in giorno, così, dopo la manifestazione convocata il 15 settembre scorso dal gruppo «que se lixe a Troixa» – che si fotta la Troika – ieri è stata la volta del sindacato: centinaia di migliaia di persone si sono concentrate nell’immensa praà§a do Comercio riempiendola in ogni suo angolo.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment