Il congedo di maternità varrà per il posto fisso
MILANO — Contratto a termine: da otto rinnovi in tre anni si scende a cinque. Apprendistato: torna la formazione nero su bianco, in forma scritta e obbligatoria. Questo il maquillage apportato ieri in commissione lavoro della Camera al decreto lavoro del ministro Poletti. Inoltre sarà più facile per le donne che hanno una maternità durante il contratto a termine ottenere una nuova assunzione. Rallenta, invece, la normativa sulle dimissioni in bianco. Nonostante un testo di legge approvato dalla Camera, ora la materia rientrerà nella delega che sarà conferita al governo in materia di lavoro.
Tornando al decreto Poletti, il testo emendato passerà martedì all’Aula. Dentro alla maggioranza i deputati di Ncd non hanno partecipato al voto e quelli di Scelta civica hanno preferito astenersi. Sono le novità sull’apprendistato a non piacere a Maurizio Sacconi, presidente dei senatori del Nuovo centrodestra. Sul fronte sindacale le modifiche non hanno cambiato gli schieramenti: Cisl favorevole al decreto, Cgil e Uil sempre contrarie. Come contraria, con motivazioni opposte, è Rete imprese Italia. Le associazioni di commercio e artigianato dicono all’unisono: «Con gli emendamenti di oggi il decreto rischia di essere un’occasione sprecata».
Nel dettaglio delle novità introdotte ieri, per quanto riguarda il contratto a termine, oltre alla riduzione dei rinnovi possibili, è stato stabilito che le aziende che esagerano con i dipendenti a tempo determinato superando il limite del 20% siano tenute ad assumere a tempo indeterminato i lavoratori in eccesso rispetto a questa soglia. Fin qui Ncd poteva digerire le novità. Quello che proprio non è andato giù al Nuovo centro destra è che il Pd abbia voluto ripristinare il progetto formativo in forma scritta per l’apprendistato. Altrettanto indigesta la reintroduzione della formazione obbligatoria che non esisteva nel testo Poletti: dopo l’assunzione dell’apprendista, le Regioni avranno 45 giorni per comunicare all’azienda le modalità della formazione. Se nessuno si farà vivo allora l’impresa sarà liberata dall’incombenza. Visto che Regioni come il Veneto organizzano i corsi nel 65% dei casi, contro il 3% della Calabria, in alcuni territori la formazione si farà e in altri no. Per finire, per assumere apprendisti, nelle imprese con più di 30 dipendenti, il 20% di quelli ingaggiati in precedenza dovrà essere stato riconfermato. «Lo Stato spende ogni anno due miliardi per gli sgravi sull’apprendistato — fa notare Carlo Dell’Aringa, Pd, relatore del testo —. Era giusto chiedere un impegno alle imprese».
Per finire, le mamme con contratto a termine. Qui bisogna ricordare che già oggi chi ha lavorato a tempo determinato per almeno sei mesi, nell’anno successivo ha diritto di precedenza in caso di nuove assunzioni nelle stesse mansioni. La novità è che le donne che restano incinta mentre sono a termine possono conteggiare anche la maternità come durata del contratto (in questo modo sarà più facile superare la soglia chiave dei sei mesi). Inoltre, se nell’anno successivo l’azienda assume, hanno la precedenza. «Finalmente un’operazione concreta di tutela della maternità — esulta la vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli —. Tanto più importante perché parliamo di donne che non hanno un lavoro stabile».
Rita Querzé
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