Le quattro domande che volevamo fare a Susanna Camusso

Le quattro domande che volevamo fare a Susanna Camusso

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Il mani­fe­sto ha seguito, sta ten­tando di seguire il con­gresso della Cgil con la mag­giore pre­ci­sione pos­si­bile: dando spa­zio e voce a tutte le posi­zioni contrapposte.
Ieri siamo incorsi in uno spia­ce­vole inci­dente, durante una con­fe­renza stampa che la Cgil aveva indetto a Rimini per dif­fon­dere il pro­gramma delle Gior­nate del Lavoro del 2–4 mag­gio. La con­fe­renza era aperta alla stampa nazio­nale e locale, ma atten­zione: le gior­nate del lavoro sono “nazio­na­lis­sime”, eccome. Sono stati invi­tati i mini­stri del Lavoro, dello Svi­luppo, dell’Istruzione, dell’Agricoltura, e si par­lerà quindi di Def, Jobs Act, uni­ver­sità, sommerso.
Ebbene: dopo una prima domanda di un col­lega sugli sta­gio­nali irre­go­lari di Rimini – rite­nuta evi­den­te­mente “con­sona” per il rife­ri­mento loca­li­stico – il sot­to­scritto si è qua­li­fi­cato come gior­na­li­sta de il mani­fe­sto, e ha posto una domanda a Susanna Camusso sugli 80 euro di Renzi, e sull’allarme lan­ciato dall’Istat per la pos­si­bi­lità che si ridu­cano a 40 o 65. Non una domanda “sco­moda”, ma che poteva avviare un dia­logo (anche con gli altri gior­na­li­sti) sul rap­porto tra la Cgil e il governo Renzi: che sap­piamo non essere “sereno”, per usare un ter­mine in voga.
Inol­tre, ci sarebbe pia­ciuto porre poi anche altre domande a Camusso, sul con­gresso Cgil. Tutto que­sto non è mai potuto acca­dere per­ché il por­ta­voce della segre­ta­ria, non appena ha colto che si par­lava di fatti di attua­lità nazio­nale (che riguar­dano milioni di per­sone, spesso anche piut­to­sto povere), ha subito stop­pato la domanda, affer­mando che non era in tema, «per­ché oggetto della con­fe­renza sono le Gior­nate del Lavoro». E senza rin­viarla per niente a un momento suc­ces­sivo: se fosse arri­vato un input simile, ovvia­mente il sot­to­scritto avrebbe aspettato.
Ma appunto que­sto input non è mai arri­vato, e rite­nendo sic et sim­pli­ci­ter che si volesse impe­dire alla testata che rap­pre­sento di aprire un dibat­tito su Renzi e il con­gresso Cgil, ho subito abban­do­nato la con­fe­renza stampa. Nell’ora suc­ces­siva nes­suno dalla Cgil mi ha mai con­tat­tato: per carità, nes­sun caso di Stato, ma a quel punto non ho fatto altro che denun­ciare que­sti fatti su Twit­ter.
La Cgil ha rispo­sto, sem­pre via Twit­ter, che suc­ces­si­va­mente, nel cosid­detto «a mar­gine», sono state poste a Camusso tutte le domande pos­si­bili, su Renzi e altro. Bene: ma ovvia­mente nes­suna delle nostre. Per­ché a meno che non si pensi che i gior­na­li­sti sono tutti uguali, si può com­pren­dere che allon­ta­nando uno di loro, si per­dono le sue pos­si­bili suggestioni.
Scrivo allora le #4domandeaCamusso che avrei posto, aven­done avuto il tempo e la pos­si­bi­lità: e non certo «a mar­gine», ovvero quando, finita la con­fe­renza stampa “uffi­ciale” e com­par­ti­men­tata, tutti i gior­na­li­sti si alzano in piedi e si affa­stel­lano intorno all’intervistato, in un caos di gomi­tate e tele­ca­mere in cui non si può discu­tere serenamente.
1) L’Istat afferma che invece degli 80 euro pro­messi, Renzi riu­scirà a met­terne in busta paga solo 40–65. Cosa ne pensa la Cgil?
2) Secondo la Cgil i «con­tratti Poletti» sono uno sba­glio, ma state pre­pa­rando qual­che mobilitazione?
3) Mau­ri­zio Lan­dini al con­gresso Fiom ha chie­sto alla Cgil di «col­la­bo­rare per cam­biare insieme il Testo unico». Cosa risponde Camusso?
4) Non solo Lan­dini, ma diversi segre­tari di cate­go­ria della Cgil inter­vi­stati da il mani­fe­sto – da Can­tone (Spi) a Crogi (Flai), da Miceli (Filc­tem) a Mar­tini (Fil­cams) – hanno evi­den­ziato dei limiti nel Testo Unico: sia di metodo (non coin­vol­gi­mento prima della firma) che di merito (san­zioni ai dele­gati, accordi azien­dali fir­mati dalle Rsu senza il voto dei lavo­ra­tori o il con­senso delle cate­go­rie). Come mai si è arri­vati fino a que­sto punto, e come intende rime­diare la segre­ta­ria Camusso?

Ovvia­mente ci pia­ce­rebbe poter porre que­ste domande per­so­nal­mente a Camusso, e se lei vorrà, archi­viando il pic­colo inci­dente di ieri, siamo pronti a intervistarla.


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