Morando: «Le coperture? Con meno spesa e l’Iva sui pagamenti alle imprese»
ROMA – «Lo so che volete sapere le coperture del taglio del cuneo fiscale ma il grosso del nostro lavoro in queste ultime ore riguarda il taglio della spesa da 32 miliardi nel 2016. Non saranno molto sexy per i giornali, ma sono in assoluto i più importanti perché se nel 2014 possiamo agire con operazioni straordinarie nel 2016 devono esserci tagli per 32 miliardi. Altrimenti viene giù tutto il castello». Il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, vorrebbe parlare solo a cose fatte perché «il lavoro è ancora in corso». Ma intanto, tra le righe, lascia emergere la strategia in due tempi del governo Renzi.
C’è un prima e c’è un dopo le elezioni europee. Il «prima» contempla il mantenimento delle promesse fatte nel «mercoledì magico»: tagliare il cuneo fiscale a 10 milioni di italiani e l’Irap del 10% a regime. Ma anche rispettare il dogmatismo europeo fino all’ultima virgola: niente sforamento del tetto del 3% del rapporto deficit/pil, niente utilizzo del margine che ci separa da quel 3%. «Almeno nel contesto attuale, senza intesa preventiva e senza aver presentato il Def (documento di economia e finanza) col piano di rientro, utilizzare questo margine non è possibile» spiega Morando .
Così come non si potrà far valere nell’immediato il calo degli interessi sul debito: «Intanto parliamo di cifre non roboanti: qualcosa sarà possibile ricavare perché le previsioni del governo Letta sull’ammontare degli interessi erano prudenziali ma la riduzione di queste settimane dello spread è importante soprattutto nel medio-lungo periodo per la credibilità del Paese». E non per finanziare il taglio del cuneo fiscale? «Per ora la ricaduta è più vicina allo zero. Il tempo di realizzazione non può che avere il respiro di un anno e mezzo, due anni…».
Quanto alla maggiore Iva che deriverà dal pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione, Morando è più ottimista: «Questa sì che è una partita seria: se ci riesce, quest’anno pagheremo almeno 40 miliardi». Si può dire che in termini di maggiore Iva produrrà circa 4 miliardi? «Meno». Spendibili nell’immediato? «Già calcolabili oggi, ma poi dipenderà da quando si farà il decreto dei pagamenti».
Il messaggio è chiaro: la linea Padoan per cui le coperture devono essere strutturali tiene. La spending review sarà la principale fonte di risorse per le prime misure del governo Renzi, quelle del «prima delle elezioni europee». Se poi parte di quei tagli a fine anno non si realizzassero, si ricorrerà a operazioni straordinarie e si sfrutterà l’eventuale crescita del pil. Per ora il programma dei tagli 2014 apparirà tanto più solido se sarà sostenuto da un’operazione titanica nel 2015 e nel 2016, quando cominceranno a essere applicate le regole del fiscal compact . Solo se l’intero pacchetto apparirà ben strutturato e credibile, il Def (con il taglio del cuneo fiscale incorporato) avrà il via libera dell’attuale apparato che decide per l’Unione europea. Che però è prossimo a essere rinnovato.
E qui inizia il «dopo» elezioni. «A giugno ci saranno molte questioni da porre – annuncia Morando -: a partire dall’avanzo commerciale della Germania che crea problemi quanto il disavanzo di altri Paesi». Se davvero l’Ue cambierà registro, la linea del rigore potrà essere allentata. Ma se questo non avvenisse, allora a Renzi toccherà davvero attuare alla lettera il durissimo piano dei tagli che sta predisponendo in queste ore per i prossimi due anni. Irriferibile in campagna elettorale .
Antonella Baccaro
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