Fmi all’Ucraina di Yatseniuk: «Sì al prestito, se aumentate le bollette»

Loading

Dal 4 marzo una dele­ga­zione del Fondo Mone­ta­rio inter­na­zio­nale è in Ucraina, per giun­gere al ter­mine del nego­ziato che pre­vede il pre­stito al neo governo di Kiev, pre­sie­duto da Arseni Yatseniuk, gra­dito tanto al Fmi, quanto a Obama.

In realtà le parti, secondo quanto tra­pe­lato, non sareb­bero ancora giunti ad un accordo, nono­stante la situa­zione eco­no­mica ucraina sia tutt’altro che rosea. La crisi in atto nel paese — intanto — sta facendo crol­lare il valore della hry­v­nja, la moneta locale. Dopo essere stato per anni sta­bile a otto hry­v­nje per un dol­laro, il cam­bio è pre­ci­pi­tato dopo la rivolta di 10,8 gri­v­nie per un dol­laro e 14,05 per un euro.

Il Fmi ha pro­messo a Kiev un pre­stito da 15 miliardi di dol­lari, ma sul tavolo ci sono le richie­ste dell’organismo inter­na­zio­nale, su cui Kiev prova a con­trat­tare. Il nodo prin­ci­pale delle con­trat­ta­zione è ancora una volta, come già lo fu quando era pre­si­dente Yanu­ko­vich, la richie­sta del Fondo di aumen­tare il prezzo del gas per i con­su­ma­tori: una misura impo­po­lare, ma secondo gli esperti dell’Fmi le sov­ven­zioni per man­te­nere basso il prezzo del metano rap­pre­sen­tano il 7percento del Pil e favo­ri­scono i più ric­chi, che con­su­mano di più.

Nel 2010 il Fondo con­cesse all’Ucraina un pre­stito da 15,5 miliardi di dol­lari, ma lo inter­ruppe l’anno seguente, dopo aver ver­sato due tran­che per com­ples­sivi 3,4 miliardi di dol­lari, per­chè Kiev non aveva ancora messo in atto le riforme richie­ste (tra cui appunto il con­tro­verso aumento del prezzo del gas pagato dalle fami­glie).
Insieme al prezzo del gas il Fondo mone­ta­rio chiede anche riforme di vario genere, dalla poli­tica alla giu­sti­zia. secondo quanto comu­ni­cato ieri, la mis­sione del Fmi si con­lu­derà il 25 marzo. Allora si saprà se le misure «lacrime e san­gue» che Yatse­niuk aveva anti­ci­pato poco dopo la sua pro­cla­ma­zione (da parte di Maj­dan) sarà realtà o meno. La sto­ria tra il Fmi e l’Ucraina, del resto, non è certo nuova.

Nel 1994, sotto Kuchma, il Fmi impose un suo pac­chetto al paese: all’epoca a capo della banca nazio­nale ucraina era Yush­chenko, che nel 2004 sarebbe diven­tato pre­si­dente, dopo la «rivo­lu­zione aran­cione», gra­zie anche al fatto di essere il «can­di­dato di Wall Street». Uno dei risul­tati del pac­chetto di misure del Fondo Mone­ta­rio, è sin­te­tiz­zato dallo stesso isti­tuto di sta­ti­stica nazio­nale ucraina, secondo il quale, nel 1998 i salari reali erano dimi­nuiti del 75 per­cento rispetto a quelli del 1991.


Tags assigned to this article:
Arseni YatseniukMajdan

Related Articles

La marcia degli zapatisti contro il crimine di stato

Loading

Messico. Dopo il massacro di Iguala, scoperte altre quattro fosse comuni con cadaveri carbonizzati

Parigi, Dieudonné si arrende: “Cambio show”

Loading

“Mi piego alla legge”, ma su YouTube in 500mila vedono i suoi monologhi antisemiti    

1 comment

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment