Droga, il Tar sospende il decreto Turco

Loading

Il ministro: farò appello al Consiglio di Stato. La Cdl: no, si dimetta

Ilprovvedimento innalzava da 500 mg a 1 grammo la quantità massima di cannabis oltre la quale scattano le sanzioni penali

ROMA

– Il decreto Turco, che innalzava da 500 milligrammi a 1 grammo la quantità massima di di cannabis oltre la quale scattano le sanzioni penali, è stato sospeso. Lo ha deciso il Tar del Lazio, accogliendo le richieste di sospensione presentate dall’associazione di consumatori Codacons e da una cooperativa sociale-comunità terapeutica di Taranto. I giudici amministrativi hanno ritenuto che la legge «non conferisca al decreto un potere politico di scelta in ordine all’individuazione dei limiti massimi delle sostanze stupefacenti o psicotrope che possono essere detenute senza incorrere nelle sanzione penali». Bensì «un potere di scelta di discrezionalità tecnica, soprattutto per quanto attiene alle competenze del ministero della Salute». Il Tar ha anche ritenuto che «la scelta effettuata con il decreto impugnato non risulta supportata da alcuna istruttoria tecnica che giustifichi il raddoppio del parametro moltiplicatore».


IL MINISTRO FARA’ APPELLO –

«Rispetto sempre le sentenze – è stato il commento del ministro Livia Turco – . Ma contro questa farò appello al Consiglio di Stato perché ne ritengo infondate le motivazioni. Al contrario di quanto sostiene il Tar del Lazio, infatti, la legge Fini-Giovanardi, nell’ambito della quale ho emanato a novembre il decreto di revisione della quantità massima, non offre al ministro della Salute alcun criterio tecnico per determinare tale quantità». «La stessa Commissione scientifica, insediata dall’allora ministro Storace per determinare i quantitativi di sostanze stupefacenti ai fini della prescrizione delle sanzioni – ha aggiunto il ministro – concluse i suoi lavori segnalando l’impossibilità di una valutazione tecnica che fosse sostituiva della decisione politica. E ciò proprio in riferimento alla determinazione delle quantità massime detenibili senza incorrere in sanzioni penali. La decisione spetta al ministro, sostennero allora i tecnici nominati da Storace. Da ciò si deduce che, qualora anche il Consiglio di Stato dovesse confermare gli orientamenti del Tar, si potrebbe ritenere annullabile anche il vecchio decreto Berlusconi-Storace, rendendo di fatto inapplicabile la stessa legge Fini-Giovanardi alla quale mi sono strettamente attenuta nella formulazione del nuovo decreto. Penso comunque che, al di là di questi aspetti giurisprudenziali, c’è la forte necessità di una profonda revisione di quella legge».

LA CDL: «SI DIMETTA» – Intanto dal centrodestra giungono plausi alla sentenza del Tar e critiche al ministro che viene addirittura invitato a dimettersi da Forza Italia. «Dopo la figuraccia – ha detto Domenico Di Virgilio, capogruppo degli azzurri nella commissione Affari sociali – ci aspettiamo dal Ministro della Salute Livia Turco un gesto di responsabilità ed è per questo che chiedo, anche a nome degli altri componenti di Forza Italia della Commissione Affari Sociali della Camera, le sue dimissioni». «Caro Ministro – ha aggiunto Di Virgilio rivolgendosi direttamente alla Turco – il suo dovrebbe essere il Ministero che si occupa di salvaguardare la salute delle persone e non di promuovere provvedimenti che ne danneggiano il benessere psicofisico. La calamità della droga non si cura rendendo più facile procurarsela».
16 marzo 2007

 


Related Articles

Servizi sociali in crisi: nel 2012 prevista una riduzione della spesa tra il 12,7 e il 13,5%

Loading

Il Forum: “La delega assistenziale non produce una discontinuità  con la ‘seconda repubblica’ del sociale ma, al contrario, ne dilata gli aspetti critici attraverso la delegittimazione culturale del settore ed effettuando ulteriori tagli”

Don Ciotti e Landini nel nome del “Gallo”: “La Resistenza non è finita”

Loading

A Campoligure commemorati il fondatore della comunità di San Benedetto e il fratello partigiano . In nome della Costituzione

In un anno 836mila «viaggi della speranza»

Loading

Sono poco meno della popolazione di Torino o dell’intera Umbria. E se fosse una città , sarebbe la quinta d’Italia per numero di abitanti. Certo, abitanti non molto fortunati. O almeno, una buona parte di loro. È la città  virtuale – ma fatta di carne e ossa – degli italiani che cambiano regione in cerca di cura fuori casa. Un vero e proprio esodo: nel 2009 sono stati ben 836.771 gli italiani con una valigia in mano e la salute da curare dentro.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment