“Ancora troppi casi di corruzione”. L’allarme della Corte dei Conti

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Le relazioni del presidente Staderini e del Pg De Rose all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Critiche ai tentativi di “sanatorie contabili improvvisate”

ROMA – La corruzione nella pubblica amministrazione non sembra attenuarsi e sarebbe grave procedere a sanatorie contabili “improvvisate” come si è rischiato di fare con il famoso “comma Fuda” della Finanziaria appena approvata.

Sono due dei moniti contenuti nelle relazioni all’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti svolte dal presidente Francesco Staderini e dal pg Claudio De Rose.

Staderini sottolinea l’ampiezza del fenomeno corrutivo nella pubblica amministrazione e mette nel mirino: “la rilevanza numerica che hanno assunto i giudizi di responsabilità riguardanti fatti già oggetto di accertamenti da parte del giudice penale in materia di peculato, di fatti corruttivi, di appropriazione indebita, spesso connessi ad attività di verifica fiscale o appalto di opere pubbliche o pubbliche forniture”.

De Rose, invece, ha invitato il governo a evitare “provvedimenti normativi estemporanei, se non addirittura improvvisati, per di più inseriti in contesti inappropriati”, come è stato per il cosiddetto ‘comma Fuda’ sulla prescrizione degli illeciti contabili inserito (e poi cancellato con un decreto legge) nel maxiemendamento alla Finanziaria. Se Governo e Parlamento intendono modificare le norme che regolano l’ attività e le competenze della magistratura contabile – prosegue De Rose mentre ad ascoltarlo ci sono il Capo dello Stato e i vertici delle Istituzioni – “vi si pervenga con disegni di legge organici supportati da un’adeguata analisi della realtà di fatto e di diritto su cui vanno ad incidere”.

Il pg riconosce comunque al Governo di aver “prontamente corrisposto alla necessità di impedire, con decreto legge, l’efficacia” del cosiddetto comma Fuda che avrebbe tagliato i tempi di prescrizione degli illeciti contabili. Per evitare che si ripetano ‘incidenti’ come quello del maxiemendamento alla Finanziaria 2007 o norme con “effetti dirompenti” come il condono erariale del 2006, De Rose propone di ripristinare il parere preventivo della Corte dei Conti sui provvedimenti legislativi che la riguardano; il parere preventivo, a sezioni riunite, era previsto da una legge del 1939 poi abrogata.


(Repubblica, 1 febbraio 2007)

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