Globalizzazione e disparità economiche aumenta lo sfruttamento

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Rapporto globale dell’Ecpat. A pesare sono la grande facilità di comun

Tre fenomeni allarmanti per l’Italia

ROMA – La grande facilità di comunicare in tempo reale attraverso Internet, lo sviluppo del nuovo turismo globale ormai senza frontiere e la crescita delle disparità economiche e della miseria sono le cause principali dell’aumento dello sfruttamento sessuale dei bambini e dei minori. I dati sono ancora molto preoccupanti, nonostante l’attività di sensibilizzazione delle organizzazioni non governative e l’attività di prevenzione e repressione da parte delle forze di polizia di tutti i paesi che hanno avviato una cooperazione operativa. A rilanciare l’allarme sul fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori è questa volta l’Ecpat, la Campagna internazionale End Child Prostitution in Asian Tourism.

Come ogni anno l’Ecpat ha prodotto il suo rapporto globale da cui si ricavano i dati sull’andamento della prostituzione minorile e ora anche sulla pedofilia via Internet. La Campagna End Child Prostitution venne lanciata nel 1990 da un gruppo di esperti che si erano dati appuntamento nel nord della Thailandia per discutere del fenomeno. Da quella riunione venne fuori l’idea della campagna mondiale contro lo sfruttamento commerciale e sessuale dei bambini, una campagna che si è basata sull’articolo 34 della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia. Per quanto riguarda il nostro paese, il gruppo di lavoro Ecpat nacque quattro anni dopo, nel 1994, mentre il primo congresso mondiale sul tema risale all’agosto del 1996 (Stoccolma).

Nel rapporto di quest’anno fa il punto della situazione a dieci anni esatti da quel primo congresso mondiale di Stoccolma. Il secondo si è tenuto a Yokohama nel 2001, durante il quale venne adottata un agenda di lavoro da 159 paesi. Per quanto riguarda l’Italia, il rapporto Ecpat conferma tre fenomeni molto allarmanti. Il primo è che ci sono anche bambini italiani che rimangono vittime dello sfruttamento sessuale e della pornografia a fini commerciali. Il secondo dato è che l’Italia è il paese di destinazione e transito della prostituzione di giovani ragazze che provengono soprattutto dalla Nigeria, dall’Albania, dalla Romania, dalla Moldova, dalla Bulgaria e dell’Ucraina. Infine il terzo fenomeno è che dall’Italia partono spesso persone in cerca di avventure esotiche sessuali con minorenni in paesi dove la povertà spinge i bambini alla disperazione. Nel rapporto si citano le cifre di questi fenomeni e si ricordano anche storie drammatiche, come quella di Jessica, una ragazza nigeriana che era arrivata in Italia per studiare e che invece a Torino è caduta vittima degli sfruttatori e avviata alla prostituzione. Ora Jessica a 17 anni è si è ammalata di Aids.

Anche i ragazzi sono spinti spesso alla prostituzione in età comprese tra i 13 e i 17 anni. Si tratta di ragazzi rumeni o nord africani che vengono costretti a prostituirsi in zone molto frequentate e in particolare nei pressi delle stazioni ferroviarie. Un fenomeno che coinvolge sempre più spesso anche ragazzi e ragazze provenienti dai Balcani e dall’Albania.

All’inverso c’è gente che parte dal nostro paese per cercare appunto l’avventura erotica con minori. Una delle destinazioni più frequenti, sempre secondo il rapporto Ecpat che cita anche i dati forniti dalle organizzazioni di attivisti per i diritti umani, è il Kenya una delle mete predilette.

L’Italia non ha ancora sviluppato un piano specifico nazionale contro il cosiddetto Csec (Commercial Sexual Exploitation of Children), ma ha un piano nazionale per prevenire e combattere la pedofilia e applica le convenzione e le leggi che in questi ultimi dieci anni sono state varate, anche per merito della Campagna globale contro lo sfruttamento dei minori. In particolare nel nostro paese è stata varata la legge 269 del 1998 contro lo sfruttamento sessuale commerciale dei minori (che poi si può considerare come una nuova forma di schiavitù) e la più recente legge numero 38 varata nell’anno che si è appena concluso e che è stata pensata come un modo per inasprire le pene. La legge 38 introduce anche nuove fattispecie di reato, come per esempio la pedopornografia virtuale. In particolare in Italia è attivo il progetto Ciclope (vedi lancio successivo).

L’Italia si è attivata – rispetto a questi fenomemi – anche attraverso accordi bilaterali con paesi che sono coinvolti o comunque interessati. Due sono gli esempi più recenti. Il primo è un Memorandum tra l’Italia e la Nigeria del 2003, che si basa sulla cooperazione giudiziaria tra i due paesi a proposito del traffico dei minori e un Memorandum analogo firmato nel 2005 con la Macedonia. (pan)

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Le proposte dell’Ecpat per contrastare lo sfruttamento sessuale

La necessità che i diversi Paesi sviluppino strategie e piani d’azione per combattere i crimini relativi allo sfruttamento sessuale e commerciale dei minori in ogni forma si manifesti. L’urgenza di cambiare le leggi nazionali

ROMA – La Campagna Ecpat contro lo sfruttamento sessuale dei minori, oltre a produrre il rapporto annuale sui singoli paesi (vedi lanci precedenti) e a dar conto delle iniziative positive contro il commercio sessuale dei bambini, prescrive una serie di raccomandazioni e avanza alcune proposte operative. Tra il 2002 e il 2005 si sono comunque sviluppati anche in Italia una serie di progetti di contrasto di un fenomeno su cui gli esperti hanno concentrato la loro attenzione fin dagli anni novanta. In particolare, oltre ai progetti di cui abbiamo parlato, si registra la definzione di un codice di condotta per la protezione dei bambini nel settore dei viaggi e dei turismo. Un codice che ha coinvolto varie società commerciali del settore, tra cui per esempio anche la Virgin Express e l’Alitalia, mentre l’associazione dei consumatori Adiconsum ha distribuito un kit informativo sul problema dello sfruttamento sessuale dei minori attraverso l’Associazione nazionale delle agenzie di viaggio (Assotravel). Ci sono stati anche momenti formativi che sono stati coordinati e organizzati dai responsabili della campagna Ecpat. Sempre tra il 2002 e il 2004 l’istituto di ricerche giuridiche e criminali delle Nazioni Unite ha prodotto una serie di studi. E’ stato prodotto anche un film per la sensibilizzazione e la presa di coscienza del tema intitolato “Let’s help free them from slavery”, nel quale si descive appunto la condizione di vera e propria schiavitù alla quale sono sottoposte molte ragazze minorenni che provengono dall’Africa e in particolare dalla Nigeria.

Per quanto riguarda invece le indicazioni che l’Ecpat suggerisce ce ne sono quattro di carattere generale e altre più specifiche. L’Ecpat sostiene prima di tutto che i diversi paesi devono adempiere all’obbligo di sviluppare strategie e Piani d’azione nazionali per combattere i crimini relativi allo sfruttamento sessuale e commerciale dei minori in ogni forma si manifesti. C’è poi la necessità di cambiare le leggi nazionali per poter finalmente adeguarle agli strumenti legislativi che sono stati sottoscritti a livello internazionale. I responsabili della campagna Ecpat sostengono poi che a tutti i bambini, fino all’età di 18 anni, deve essere garantita la protezione legislativa contro lo sfruttamento sessuale commerciale. Le pene devono essere adeguate alla natura gravissima delle violazioni. Gli Stati devono assumersi comunque la responsabilità di provvedere alla cura, alla protezione e ai servizi di recupero per i bambini che siano stati sessualmente sfruttati a fini commerciali. Attualmente sono quasi esclusivamente le Ong che forniscono questi servizi di recupero.

D’altra parte il commercio di prostituzione e pedofilia minorile si sta sviluppando e diffondendo. Gli Stati devono aggiornare quindi i loro strumenti di conoscenza e di intervento. L’Ecpat raccomanda anche l’avvio di processi di formazione e di educazione. La sicurezza dei bambini, soprattutto per quanto riguarda Internet, deve essere insegnata già dalle scuole. Lo Stato italiano, sempre secondo i responsabili della campagna contro il traffico e lo sfruttamento dei minori, dovrebbe ratificare il Protocollo sui traffici, nonché la Convenzione sul Cybercrimine, insieme alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulle azioni di contrasto al traffico sessuale. Infine c’è da considerare anche un altro punto molto importante dal punto di vista giuridico. Secondo Ecpat, la legislazione italiana non è ancora del tutto chiara dal punto di vista delle norme penali e della definizione stessa di bambino “trafficato”, o sfruttato sessualmente a fini commerciali. Dal punto di vista degli strumenti operativi, è anche necessaria una nuova forma di collaborazione e coordinamento tra gli uffici preposti, coinvolgendo anche la Direzione Nazionale Antimafia. (pan)

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