Congresso medicina del lavoro. Dall`asbestosi al mobbing.
(il manifesto, 14 Giugno 2006)
Salute
Dall`asbestosi al mobbing
Milano
Il tunnel carpale per chi lavora al computer, il rischio tumore per chi trivella petrolio in una piattaforma nel mare del Nord, le allergie delle infermiere ai guanti di lattice, i disturbi respiratori provocati dall`aria condizionata negli uffici della Nuova Zelanda… Ci fermiamo subito, essendo ben 1800 le comunicazioni presentate al Congresso mondiale di medicina del lavoro in corso alla Fiera di Milano. Un ritorno a distanza di un secolo. Si tenne infatti a Milano, nel 1906, il primo congresso internazionale di medicina e sicurezza del lavoro. Stesso anno dell`inaugurazione del traforo del Sempione, celebrato come una vittoria del progresso, dell`ingegno umano e della scienza nell`Esposizione Universale. Furono i 106 «caduti» nella galleria del Sempione a stimolare quel primo congresso e la nascita di quella che sarebbe diventata l`Icoh (International Commission on Occupational Health). Nel 1910, sempre a Milano, apriva i battenti la «Clinica del lavoro», la prima nel mondo dedicata allo studio, alla cura e alla prevenzione delle malattie professionali.
Cent`anni dopo, i luoghi di provenienza dei tremila partecianti al congresso fotografano l`effetto della globalizzazione. Le malattie tipiche della manifattura si sono spostate nel Sud del mondo e in Asia. L`Occidente ricco, passato dalla catena di montaggio ai servizi e alle nuove tecnologie, deve fare i conti con patologie, stress, disagi nuovi. La battaglia per «una vita lavorativa sana, sicura e produttiva» – questo lo slogan del congresso – va quindi combattuta su due fronti. E non è detto che sul fronte occidentale sia più facile vincerla: la frammentazione dei processi produttivi, la perdita di potere dei sindacati, l`atomizzazione di quella che una volta era una classe rendono difficile l`autotutela collettiva dei lavoratori. Lo conferma indirettamente l`esplosione del mobbing che prende di mira il singolo (il 14% dei lavoratori europei si dichiara vittima del mobbing).
Si stima che ogni anno nel mondo i morti da lavoro (infortuni e malattie professionali) siano 850 mila. Il 37% dei decessi è causato da malattie polmonari croniche, un altro 37% è dovuto ad infortuni, il 12% da tumori provocati dall`esposizione a sostante cangerogene. Sono work related il 37% dei mal di schiena, il 34% dei tumori, il 16% delle perdite di udito, il 13% delle malattie polmonari, l`11% delle sindromi asmatiche. Il 3% del personale sanitario è allergico al lattice dei guanti, ma sono molti di più quelli che soffrono di «burn out», l`esarimento psicofisico provocato da un lavoro emotivamente coinvolgente. Un buon 5% dei panificatori italiani è allergico alla farina. Il nickel (presente in forbici, coltelli, monete e dentiere) crea problemi a parrucchieri, cassiere, dentisti, cuochi. Addirittura il 10% dei suicidi è riconducibile a precarietà, stress, mobbing e perdita del posto di lavoro. Se una volta a essere «sotto pressione» erano i dirigenti in lotta per la carriere, ora l`insicurezza dilaga nei piani bassi del lavoro.
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