AMBIENTE. Lo sterminio delle foreste solo una su 10 è rimasta intatta
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(da La Repubblica, MARTEDÌ, 21 MARZO 2006, Pagina 33 – Cronaca)
Ogni anno minacciati centinaia di migliaia di chilometri quadrati. È allarme dall´Amazzonia all´Europa
Lo sterminio delle foreste solo una su 10 è rimasta intatta
Rapporto di Greenpeace. “E ora fermate lo scempio“
Le cause: industria del legno, nuovi terreni agricoli, mercato della carta
La cura: più consapevolezza e ridurre l´esportazione illegale
LUIGI BIGNAMI
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ROMA – Solo il 10% delle terre emerse del pianeta sono ancora ricoperte da foreste “intatte“, il resto è stato profondamente alterato se non distrutto negli ultimi 80 anni. Il nuovo quadro dello stato di salute delle foreste del pianeta messo è stato messo a punto da Greenpeace e reso noto durante la Conferenza sulla biodiversità che si tiene in Brasile.
Affinché una foresta si possa considerare “intatta“, deve avere una superficie di almeno 500 kmq, che è appena sufficiente a sostenere un numero di grandi e piccoli animali senza creare conflitti di sopravvivenza e tale da non essere invasa da specie aliene, ossia da organismi viventi che dall´esterno vanno a sostituire quelle esistenti e inoltre, non deve essere stata profondamente alterata dall´azione dell´uomo.
Le carte, elaborate utilizzando i dati satellitari raccolti in vari decenni, danno per la prima volta un quadro omogeneo della situazione planetaria, sostituendo i molti altri lavori che in alcuni casi mancano di informazioni fondamentali o sono eccessivamente dettagliati. Dalle ricerche risulta che solo nelle aree tropicali ben 5 milioni di chilometri quadrati di foreste (oltre 16 volte la superficie dell´Italia) sono state degradate dall´azione di taglio e 3,5 milioni di kmq sono stati totalmente deforestati.
«Le cause della distruzione variano da zona a zona: in Africa e Papua Nuova Guinea è l´industria del legno, in Amazzonia e Malesia c´è una coalizione tra l´industria del legno e la richiesta di terre per l´agricoltura. La richiesta di carta è invece, il problema per le foreste dell´Europa settentrionale», spiega Sergio Baffoni, responsabile Foreste di Greenpeace Italia.
Il bacino dell´Amazzonia continua a essere la più grande area tropicale di foreste; «tuttavia solo il 31% sono rimaste intatte e purtroppo in ben 11 Paesi sudamericani sono scomparse», sostiene Christoph Thies, del Progetto Foreste di Greenpeace International. L´Europa ha distrutto quasi del tutto le sue, al punto che solo il 6,4% sono rimaste come lo erano originariamente e rappresentano il 3% delle foreste del pianeta. In Italia, purtroppo, non è rimasto nulla di intatto.
Se questo è il quadro della situazione cosa si può fare per limitare i danni? «Innanzi tutto fare in modo che i governi di tutti i Paesi prendano atto dello stato delle foreste, perché non abbiano più scuse per fermare quanto sta accadendo», sostiene Thies. Aggiunge Baffoni: «Un´azione importante sarebbe quella di fermare l´esportazione del legno tagliato illegalmente. In Italia, a esempio, non c´è una legge che impedisce l´importazione di legno non certificato e le prove che il fenomeno esiste sono note a tutti. Altre azioni possono cercare di indirizzare il mercato della carta e del legno in un certo modo. Gli acquisti pubblici di questi due elementi rappresentano circa il 14% del mercato europeo. Vari comuni si sono impegnati nel richiedere prodotti che siano certificati. Una strada che può dare buoni risultati».
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