BOLKESTEIN. Domani al voto. 40.000 manifestano

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(La Repubblica, MERCOLEDÌ, 15 FEBBRAIO 2006, Pagina 16 – Economia)

Europa pronta al compromesso sulla liberalizzazione dei servizi

In 40.000 in piazza a Strasburgo contro la Bolkestein

Domani l´Europarlamento vota la direttiva “svuotata“ dopo l´intesa Ppe-Pse
La Commissione Ue ha accettato le modifiche. A marzo il testo finale

ALBERTO D´ARGENIO
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BRUXELLES – Fuori in quarantamila a manifestare contro l´Europa liberale. Nel palazzo si compatta la maggioranza intorno al compromesso tra popolari e socialisti sulla liberalizzazione dei servizi nell´Unione europea.
La prima giornata campale all´Europarlamento della travagliata direttiva Bolkestein sembra portare alla strada dell´approvazione di un testo che ormai assomiglia solo lontanamente a quello proposto nel 2004 dalla Commissione e che, ad ogni buon conto, continua ad essere criticato dalle formazioni politiche più estreme, a destra e a sinistra. La Commissione Ue accetta le modifiche che, molto probabilmente, saranno approvate domani dalla plenaria di Strasburgo, dicendosi pronta a tenerle in considerazione quando dovrà tornare sulla versione emendata della direttiva. Dal canto suo la presidenza di turno dell´Ue, detenuta dall´Austria, fa sapere di essere pronta a spingere sull´acceleratore e propone di discutere il nuovo testo al summit europeo di marzo.
La giornata di ieri è stata segnata dalla manifestazione dei sindacati, una delle più imponenti che si ricordi nella città francese. Un corteo pacifico aperto dallo striscione: “L´Europa ha bisogno di servizi di qualità che rispondano alle esigenze dei cittadini“. Per alcuni teso a dire no “senza se e senza ma“ alla Bolkestein, per altri volto a chiedere agli europarlamentari di votare gli emendamenti del compromesso Ppe-Pse. Come ha sottolineato lo stesso presidente dei sindacati europei, John Monks, che al termine della manifestazione del quale era l´organizzatore ha detto al gruppo dei socialisti che l´intesa bipartisan segna «la vittoria dei lavoratori».
Domani dovrebbero essere i popolari, i socialisti e parte dei liberali a garantire la maggioranza alla nuova versione della direttiva privata del contestato principio del Paese d´origine e costellata di deroghe sulle categorie a cui sarà applicata. Contrari i comunisti, così come gli euroscettici, Lega compresa. I Verdi, per non correre rischi, dovrebbero votare a favore dell´emendamento che esclude il principio del paese d´origine ma si dovrebbero opporre all´ultimo voto del testo emendato. Perché, spiegano, il principio secondo cui all´ “idraulico polacco“ saranno applicate le norme di casa sua potrebbe ancora rientrare dalla finestra con un pronunciamento della Corte di giustizia.
Intanto si consuma una battaglia tutta italiana tra centrodestra e centrosinistra. Antonio Tajani, capogruppo forzista a Strasburgo, accusa D´Alema di sfilare con Bertinotti ed i sindacati contro la direttiva approvata dall´allora presidente della Commissione Romano Prodi, deducendone che Berlusconi faccia bene a dire che «il vero leader dell´Unione è Massimo D´Alema».
Risponde con ironia il capo della delegazione italiana del Pse, Nicola Zingaretti, che dopo avere ricordato come non esista testo della Commissione che il Parlamento non abbia modificato, si chiede: «Noi abbiamo partecipato al corteo dei sindacati europei a sostegno di emendamenti che Tajani condivide, il problema, semmai, è chiedersi perché lui non era in piazza con noi».

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