DROGHE. Arriva la nuova legge Fini-Giovanardi. Articolo di Corleone
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Arriva la Legge, fermiamo il Ministro
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Di Franco Corleone, Presidente Forum Droghe
Il destino della proposta Fini per imprimere una svolta accentuatamente proibizionista e duramente punitiva sulle droghe si gioca nei prossimi cinquanta giorni. Infatti il ministro Giovanardi da quando ha ricevuta la delega su questo scottante tema, ha dimostrato una testardaggine e una arroganza ineguagliabile, rifiutando il confronto e cercando di imporre la soluzione repressiva con ogni mezzo.
Neppure il fallimento della conferenza governativa di Palermo disertata dagli operatori dei servizi pubblici, dalle comunità non autoritarie, dalle società scientifiche, lo ha convinto a demordere dal progetto di incarcerazione di massa di decine di migliaia di giovani consumatori di sostanze, leggere o pesanti che siano.
Il famigerato disegno di legge n. 2953, annunciato da Fini al summit dell`Onu nell`aprile 2003, approvato dal consiglio dei ministri il 13 novembre dello stesso anno, ma presentato in Parlamento solo il 10 maggio 2004 è ancora in corso di esame presso le commissioni riunite Giustizia e Sanità del Senato. La discussione si è arenata da alcuni mesi per la mancanza del parere della commissione Bilancio che non ha avuto dal Governo una risposta sulla quantificazione delle spese e sulla relativa copertura. Lo stallo si è determinato per l`incapacità, l`gnavia o il disinteresse della maggioranza, non per l`azione ostruzionistica dell`opposizione.
L`astuto Giovanardi, comprendendo il fallimento del complesso dei 106 articoli della riforma della legge attuale, il DPR 309 del 1990, annunciò il 27 ottobre lo stralcio di 20 articoli. Una edizione riveduta e peggiorata della proposta originaria, confermando la stretta penale con la formazione di una sola tabella per tutte le sostanze con pene da sei a venti anni di carcere per la semplice detenzione equiparata allo spaccio se superiore alla quantità stabilita dalla legge (250 milligrammi per la cannabis) e dando vita al sistema privatistico dell`esecuzione penale attraverso lo strumento della certificazione dello stato di tossicodipendenza affidato a strutture compiacenti inflazionando quindi le comunità-carcere.
La formalizzazione della proposta di stralcio si è realizzata solo il 23 dicembre in una riunione delle commissioni svoltasi tra le 9.35 3 le 10 del mattino.
Fissata la data delle elezioni per il 9 aprile e lo scioglimento delle Camere per la fine di gennaio, l`ineffabile Giovanardi, grazie forse alla competenza che gli deriva dall`essere ministro dei rapporti con il parlamento, ha misurato il tempo ridotto e ha cominciato a minacciare il ricorso al voto di fiducia.
Anche questa misura assolutamente impropria per un tema così controverso non gli è sembrata più sufficiente.
Così questo mozzaorecchi del diritto, in spregio ai regolamenti e ai principi della democrazia provocatoriamente annuncia che lo stralcio sarà introdotto con un maxi emendamento ad un decreto-legge presentato il 30 dicembre.
Questo decreto-legge contiene misure urgenti per garantire la sicurezza (rectius assunzione di personale della Polizia di stato), finanziamenti per le Olimpiadi invernali, adempimenti per l`esercizio di voto dei cittadini italiano residenti all`estero e infine all`art. 4 l`esecuzione delle pene detentive per tossicodipendenti in programma di recupero. Questo articolo abroga l`art. 8 della legge Cirielli (approvata con la fiducia il 5 dicembre) che concedeva il beneficio dell`affidamento in prova ai tossicodipendenti solo se la pena detentiva non superava i tre anni rispetto ai quattro della legge in vigore, alla faccia della demagogia della promessa di elevare questo tetto a sei anni contenuto nella proposta Fini. Questa abrogazione è un palliativo: infatti rimangono tutte le altre crudeli norme della Cirielli destinate a colpire soprattutto i tossicodipendenti (l`aggravamento delle pene da un terzo alla metà per i recidivi, le restrizioni ai permessi premio, alla detenzione domiciliare, alla semilibertà, al lavoro all`esterno).
E` di ogni evidenza che un decreto così congegnato è frutto dei saldi di fine stagione e contrasta platealmente con i requisiti di straordinarietà e urgenza previsti dall`articolo 77 della Costituzione e con le norme della legge 400 dell`88 in relazione ai criteri ineludibili di omogeneità della materia. Stupisce che al Quirinale non si siano avveduti di queste macroscopiche violazioni facendo firmare al Presidente Ciampi un così sgangherato atto.
La conversione del decreto deve avvenire entro sessanta giorni. Il Senato riprende i lavori mercoledi 11 gennaio e la partita richiede una feroce determinazione nei gruppi di opposizione utilizzando tutti gli strumenti parlamentari per respingere questo ultimo colpo di mano della legislatura e denunciare la barbarie che vuole rendere i tossicodipendenti vittime della legge sull`altare di una bandiera di propaganda elettorale.
Il callido Giovanardi con questa operazione non si avvede però di precostituire un precedente per le scelte del futuro parlamento e del futuro Governo che potranno procedere con lo strumento del decreto-legge per abrogare quanto fatto a camere sciolte e per definire una nuova linea.
Il movimento che in questi anni si è contrapposto in tutti i modi, non solo con il no, ma anche con proposte alternative per affermare la completa depenalizzazione del consumo, reali alternative al carcere e una politica di riduzione del danno di stampo europeo con forme di sperimentazione per favorire l`integrazione sociale, farà la sua parte senza incertezze. Contro l`intolleranza di Giovanardi e della sua compagnia di giro, sarebbe bello organizzare un concerto in piazza del Pantheon con i cantanti e i gruppi che hanno prodotto il CD del Manifesto e di Fuoriluogo “La battaglia di Canne“. La musica farà tremare i sepolcri imbiancati!
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