INFORMAZIONE. I contributi pubblici all`editoria

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(da “il manifesto”, 5 gennaio 2006)

L`edicola pubblica

Sul sito del governo l`elenco dei contributi all`editoria

In testa c`è l`Unità, in coda Dialogo in valle: la classifica che unisce il quotidiano fondato da Antonio Gramsci e il periodico cattolico della Val di Susa è quella resa nota ieri sul sito del governo, il lungo elenco dei contributi pubblici versati nel 2003 all`editoria cooperativa e di partito, in base alle legge 250 del 1990. Tra l`Unità e Dialogo in valle, naturalmente, c`è un abisso: 6.817.231 a 464 euro. Ovvia differenziazione, visto che i contributi statali sono erogati in base alla tiratura delle testate, le cui vendite non devono essere inferiori al 25% delle copie stampate per i giornali nazionali, al 40% per quelli regionali. Tra il grande giornale che fu l`organo del Pci e il piccolo periodico valsusino c`è un po` di tutto, manifesto compreso che nel 2003 ha ricevuto dalle casse pubbliche un contributo di 4.441.529 euro. Soldi essenziali, come i nostri lettori ben sanno, per un giornale con pochissima pubblicità e i cui due terzi del fatturato annuo sono frutto delle vendite in edicola o in abbonamento. E, del resto, la legge 250/1990 è stata istituita proprio per aiutare i giornali frutto del lavoro cooperativo, che non possono – o vogliono – contare su un editore. Un lungo elenco cui sono stati aggregati anche i giornali di partito o – meglio – quelle testate che si «appoggiano» a una rappresentanza parlamentare, per quanto piccola (almeno due deputati). I quali godono – le leggi le fanno i parlamentari – di un bonus suppletivo rispetto alle cooperative di 500.000 euro annui, a prescindere dalla tiratura o dalle vendite.

Quest`anno, per la prima volta, il governo ha deciso di dare la massima pubblicità – l`elenco non è mai stato segreto – ai contributi erogati attraverso il sito governativo (www.governo.it) e questo, secondo il sottosegretario Bonaiuti, «per rispondere a un principio di trasparenza e correttezza». Tra i maggiori beneficiari della legge troviamo l`Avvenire (5.990.900 euro), Italia oggi (5.061.277), la Padania (4.028.363), Liberazione (3.718.490), Europa (3.138.526), il Secolo d`Italia (3.098.741). Come si vede i giornali di partito fanno la parte del leone (ci sono anche quel che resta de l`Avanti e persino la riedizione cartacea della Democrazia Cristiana). Moltissimi i giornali locali e quelli cattolici, si va da Lucania al Cantico (dei francescani). Ci sono anche testate solo per addetti ai lavori che però – grazie al rapporto tiratura-diffusione – godono di contributi notevoli, come è il caso del cislino Conquiste del lavoro che nel 2003 ha incassato 3.275.957 euro.

La cifra complessiva supera i 120 milioni di euro. E a ogni finanziaria c`è chi la trova eccessiva, al punto che sono ricorrenti i tentativi di tagliare – o addirittura cassare – i contributi statali all`editoria cooperativa. Per ora non è ancora avvenuto e tutto sommato – anche se la distribuzione dei fondi può risultare poco equa tra chi ha un partito o una diocesi alle spalle e chi no – sarà bene che le casse pubbliche continuino a contribuire materialmente per garantire che l`informazione non sia un monopolio di grandi editori.

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