WWF: Si chiude il 2005, anno di record amari per l`ambiente

Loading

NULL

Si chiude il 2005, anno di record amari per l`ambiente

Disastri naturali, temperature record e crescita senza controllo della Cina. Ma anche buone notizie, come l’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto. Questi alcuni degli eventi che hanno caratterizzato dal punto di vista ambientale l`anno che sta per chiudersi. Il bilancio WWF

Disastri naturali, temperature record e crescita senza controllo della Cina, una vera e propria bomba a orologeria per l`ambiente. La pubblicazione del primo rapporto che documenta gli effetti dell’azione antropica sul Pianeta, l’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto e la rara scoperta di un mammifero terrestre nel Borneo. Questi alcuni degli eventi che hanno caratterizzato dal punto di vista ambientale il 2005. Il bilancio “verde” internazionale si chiude con un saldo negativo, le buone notizie infatti non bilanciano le cattive.

In Italia i conti dell’anno si chiudono ancora più “profondamente” in rosso per la mancata strategia politica e per l’incremento delle emissioni di gas serra. Il 2005 è stato ancora una volta un anno di numerosi disastri naturali di clamorose proporzioni i cui effetti sono stati resi ancora una volta più gravi a causa dell’intervento umano, tanto che ormai si è largamente diffusa a livello internazionale la terminologia di “disastri innaturali”. Iniziato con la conta degli oltre 200 mila morti causati dallo tsunami nell’Oceano Indiano del 26 dicembre del 2004, si stima che le catastrofi dell’anno che sta per concludersi hanno provocato oltre 300 mila vittime nel mondo.

I danni economici accertati a causa dei cataclismi avvenuti sono stati di circa 200 miliardi di dollari con incrementi importanti in rapporto agli ultimi anni. Fra le catastrofi con gli effetti peggiori, c’è di sicuro l’uragano Katrina, che ha quasi distrutto New Orleans, provocando 1200 morti e circa 100 miliardi di dollari di danni. Un potente uragano che ha causato gravi danni nella parte sud-est degli Stati Uniti e che verrà riconosciuto come tra i peggiori disastri naturali che abbiano sinora colpito gli Stati Uniti, sia in termini di vittime umane che per i danni economici, certo il peggiore dal 1900, anno del uragano di Galveston, che uccise tra le 8.000 e le 12.000 persone.

L’intensificarsi nel 2005 degli uragani del Pacifico è stata oggetto di studio, come tendenza degli ultimi 30 anni. Significativa l`indicazione rispetto ad una loro connessione con l’incremento delle temperature della superficie del mare in quelle aree, confermata dalle ricerche del climatologo ed esperto di uragani Kerry Emanuel del Massachusetts Institute of Technology – MIT.
Il 2005 ha inoltre registrato anche temperature record, le più elevate da quando esistono rilevazioni scientifiche negli ultimi 100 anni, secondo le analisi dell’autorevolissimo Goddard Institute for Space Studies della NASA. Anche l’ultima Conferenza delle Parti della Convenzione quadro sul clima tenutasi a Montreal ai primi di dicembre ha visto proseguire la pervicace opposizione degli Stati Uniti ad impegnarsi in riduzioni delle emissioni di gas serra.
Nel marzo di quest’anno la comunità scientifica internazionale ha reso noto il riassunto del più autorevole rapporto mai pubblicato sullo stato degli ecosistemi del Pianeta, il Millennium Ecosystem Assessment. Gli scienziati documentano chiaramente come negli ultimi 50 anni l’intervento umano ha profondamente modificato gli ecosistemi del Pianeta ed i servizi che essi rendono all’economia umana. Nel 2050 la Terra potrebbe aver superato i 9 miliardi di abitanti, rispetto agli attuali 6,47.

Un capitolo emblematico è quello della Cina: quest’anno produzione record, consumi record delle risorse naturali come acqua, territorio e materie prime. Tutti elementi scatenanti per incidenti e danni all’ambiente, come i numerosi incidenti nelle miniere di carbone o l’ultimo allarme benzene, scattato il 13 novembre scorso nel Nord Est della Cina, quando esplosioni in una fabbrica chimica avevano provocato il riversamento nel fiume Shonghua di oltre 100 tonnellate della sostanza. Dal Shonghua, affluente dell`Amur: la chiazza è arrivata fino in Siberia.

“In un quadro di emergenza ambientale a livello planetario, l’Italia mostra tutta la sua inadeguatezza. I pilastri della salvaguardia ambientale sono minati alla base – ha detto il Presidente del WWF Fulco Pratesi – , e il 2005 accentua decisamente una tendenza fortemente negativa per le politiche ambientali”. L’Italia continua ad aumentare le sue emissioni di gas serra (quelle di CO2 hanno raggiunto ormai +12% nel 2005 rispetto al 1990), allontanandosi dall’obiettivo fissato dal Protocollo di Kyoto di una riduzione del 6,5% entro il 2012. “Ciò denota – sottolinea Pratesi – un’assoluta incoerenza delle politiche energetiche, ed espone il nostro Paese al rischio di pesanti conseguenze anche economiche nei prossimi anni. Difficoltà e ritardi anche per l’applicazione delle direttive europee relative alla Rete Natura 2000, il sistema interconnesso di aree naturali che l’UE prevede a tutela della biodiversità, e che coprirebbe il 17% della superficie nazionale. La replica di Fulco Pratesi e Giulia Mozzoni Crespi, Presidente del FAI, al Ministro dell`Ambiente Matteoli sulla Legge Delega ambientale, pubblicata dal Corriere della Sera. Con contributi di Salvatore Settis, Vasco Errani, Roberto Passino e dei Segretari Confederali di CGIL, CISL, UIL

L’Italia ha poi conquistato la maglia nera delle procedure d’infrazione a livello comunitario. Quest’anno per la prima volta si è arrivati a ben 70 procedure d’infrazione, 10 delle quali per non aver dato seguito alle richieste di chiarimento della Commissione. Due le condanne per violazione delle normative sui rifiuti e una multa di 700 milioni di euro per mancata applicazione del Protocollo di Kyoto.

/wp-contents/uploads/doc/“>


Related Articles

La “peggiore istruzione” Altri 20 mila insegnanti a casa

Loading

Terza tranche di tagli alle scuole, licenziati anche 14.200 tecnici

Ttip, il trattato trita-tutto

Loading

Stop Ttip. Renzi, insieme al fedelissimo ministro all’agricoltura Maurizio Martina, nonostante i danni che l’Italia ne ricaverebbe, sembrano essere ormai gli «ultimi giapponesi» rimasti dentro la trincea degli interessi corporativi

Uno studio sull`analfabetismo. Riguarderebbe 12 italiani su 100

Loading

NULL Secondo uno studio dell`Unione anti-analfabetismo, sarebbero sei milioni gli italiani totalmente privi di istruzione (12 italiani su 100 non

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment