Immigrazione: 170 mila lavoratori extra Ue per il 2006

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(da “il manifesto”, 16 dicembre 2005)

170 mila lavoratori extra Ue per il 2006

Il governo firma il decreto flussi per l`anno prossimo. E` il più alto mai approvato

CINZIA GUBBINI

ROMA
E` stato finalmente approvato dal governo il decreto flussi per il 2006. Si tratta del provvedimento che prevede il più alto tetto di ingressi da quando, nel 1999, l`Italia ha adottato questo strumento per «programmare» l`entrata dei lavoratori stranieri in Italia. L`anno prossimo, infatti, il nostro paese aprirà le porte a 170 mila extracomunitari. L`altro ieri il decreto è stato approvato in sede interministeriale, ora bisogna attendere il vaglio della Corte dei Conti, della Conferenza Stato-Regioni e infine la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale che, assicurano dal ministero del Welfare, arriverà entro gennaio. Solo allora i datori di lavoro (chiaramente nel mondo delle favole, perché come accade ogni anno saranno gli stranieri che vivono clandestinamente in Italia a sbrigare le pratiche) potranno recarsi agli uffici postali per inviare la domanda. Anche quest`anno vince chi arriva prima, e siccome la scorsa volta si crearono inconvenienti perché gli uffici non aprirono tutti alla stessa ora, è stato assicurato che gli sportelli dedicati al raccoglimento delle domande apriranno contemporaneamente in tutta Italia.

Dei 170 mila posti messi a disposizione 50 mila andranno ai lavoratori stagionali, con una corsia privilegiata per chi è già stato stagionale in Italia negli scorsi tre anni. Quarantacinquemila posti sono invece riservati alla categoria delle «badanti». Non è stata prevista, invece, una quota speciale per i/le colf che rientrano nella terza tranche di 75 mila posti per chi viene chiamato in Italia a svolgere un lavoro a contratto. Non si fa menzione dei lavoratori autonomi. Qualche allarme è stato creato dal comunicato inviato dal ministero del Welfare, in cui si spiegava che i 75 mila posti erano riservati a «chi ha un contratto a tempo indeterminato». Ieri il ministero ha spiegato, invece, che potranno concorrere tutte le categorie di contratto previste dalla legge Biagi.

Decidere di far entrare, in un solo colpo, 170 mila stranieri non è stata una decisione facile per il governo della legge Bossi-Fini. D`altronde avevano sempre detto di voler chiudere le frontiere, di voler limitare l`immigrazione. E invece eccoli qui a varare il decreto più consistente della breve (e triste) storia dei decreti flussi. Il fatto è che i funzionari dei ministeri competenti si sono resi conto da tempo, ormai, che non si può continuare a usare uno strumento che dovrebbe servire a governare l`immigrazione in modo ideologico. Nei quattro anni di governo di centrodestra (ma il governo di centrosinistra era perfino più stretto di maniche) i flussi hanno sempre previsto quote di circa ottantamila persone, con qualche aggiunta per la categoria degli stagionali. Dall`anno scorso è diventato sempre più difficile nascondere la verità. Il sistema degli invii tramite Poste, che qualche problema ha creato agli utenti, ha però avuto un effetto forse indesiderato alla politica: permettere di calcolare quante domande erano state presentate agli sportelli. Il ministero del Welfare per un po` di tempo ha nicchiato, ma poi ha reso noti i dati ufficiali: quasi 240 mila domande nel 2005 per un totale di 99.500 posti (stagionali compresi). Numeri che la dicono lunga sulla distanza tra la realtà e i provvedimenti adottati dalla politica.

«Si tratterà, come sempre è stato, di una mini sanatoria – commenta il responsabile immigrazione dell`Arci, Filippo Miraglia – non è un mistero che tutti quelli che partecipano al decreto flussi in realtà vivono già in Italia. Comunque, è positivo che sia stato preso atto di come funzionano le cose». Apprezza l`aumento del tetto annuale anche il responsabile immigrazione della Cgil Piero Soldini, che però non rinuncia a sottolineare i limiti di questo strumento: «E` un sistema che non funziona ed è basato sulla finzione della chiamata all`estero – dice – vedremo inoltre come verranno suddivise le quote, ad esempio sulle nazionalità. Anche quest`anno, infatti, e nonostante il numero di domande presentate, si è dovuti ricorrere alla redistribuzione di 1.400 posti residui».

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