CARCERI E AMNISTIA: un`intervista di Vita al segretario del SAPPE

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Io, poliziotto, vi dico: amnistia subito!

di Stefano Arduini (s.arduini@vita.it)

Carcere. Parla il segretario del maggiore sindacato penitenziario

Se non fosse paradossale, verrebbe da fare una premessa: in questa intervista non vi è nulla di inventato. L`interlocutore è davvero il poliziotto Donato Capece, dal 1990 segretario generale del Sappe – Sindacato autonomo polizia penitenziaria, con 13.200 iscritti il sindacato più rappresentativo fra i 42mila agenti che lavorano dentro le 205 carceri italiane. Il Sappe è considerata la sigla più a destra tra le organizzazioni di categoria. Con questo pedigree, Capece sarà in prima fila in occasione della campagna a favore dell`amnistia lanciata nei giorni scorsi dal Marco Pannella e Sergio Segio.

Vita: Le guardie salgono sulle barricate per difendere i diritti dei detenuti: che cosa succede?
Donato Capece: Succede che ormai viviamo una realtà allucinante. L`unica strada possibile è il decongestionamento delle carceri. E bisogna farlo seriamente. L`indultino è stata una barzelletta: sono usciti in 3mila, e in 4mila sono rientrati.

Vita: Quindi?
Capece: Quindi ci batteremo perché al più presto venga approvata una legge sull`amnistia e l`indulto.

Vita: Quante persone dovrebbero uscire?
Capece: Penso che almeno il 40% degli oltre 60mila detenuti si meriterebbe l`opportunità di rifarsi una vita lontano dalla cella. L`amnistia però da sola non basta, subito dopo bisogna rendere effettivo il ricorso all`esecuzione penale esterna.

Vita: E l`allarme sicurezza?
Capece: Non scherziamo. Una vera politica della sicurezza consisterebbe in una maggiore presenza della polizia sul territorio, questo sì, produrrebbe un reale effetto di deterrenza. Invece siamo costretti a lavorare rinchiusi anche noi e in alcuni casi c`è un solo agente per 100/150 reclusi. Ma non solo. Oggi il carcere è la più pericolosa palestra criminale che si possa immaginare.
Nella stessa cella convivono pluriergastolani e i ladri di polli, spesso extracomunitari. La promiscuità genera emulazione. Senza dimenticare l`emergenza sanitaria e l`impossibilità di dialogare con gli stranieri, che spesso non parlano nemmeno l`inglese, ma i dialetti locali. Noi avremmo bisogno di corsi di formazione, di mediatori culturali, di volontari. Ricordate i suicidi in serie a Sulmona. Non è un caso che quell`istituto fosse off limit per le associazioni. Il loro contributo è essenziale. Ma i politici hanno altro per la testa.

Vita: Il ministro Castelli punta sulla costruzione di nuove prigioni. Concorda ?
Capece: Penso che sia un provvedimento inutile. Non servono più carceri, ma più alternative al carcere. Per noi addetti ai lavori la detenzione deve costituire solo l`extrema ratio. Dentro devono finire solo i delinquenti, i mafiosi, non chi viola il codice della strada.

Vita: Le piace la ex Cirielli?
Capece: Ecco un altro fallimento sicuro, mi ricorda il caso dei braccialetti elettronici: si alzò un polverone mediatico, e poi tutto finì nel dimenticatoio. Ci fosse stato un politico che si fosse rivolto a noi per chiedere cosa ne pensavamo!

Vita: Come valuta invece la proposta di istituire a livello nazionale la figura del Garante dei detenuti?
Capece: Sono d`accordo con qualsiasi iniziativa che allarghi la sfera delle garanzie e dei diritti. Chi sta dentro deve scontare una pena, non perdere la dignità. Rispetto all`amnistia, però, voglio aggiungere una riflessione.

Vita: Prego.
Capece: È dal 2000 che se ne parla. Non si può sistematicamente promettere e poi tornare sui propri passi. Questo nei detenuti genera frustrazioni pesantissime. Se ci fosse la certezza di un`amnistia il comportamento dei reclusi sarebbe migliore, anche nei confronti del personale di polizia.

Vita: Pensa che l`iniziativa di Pannella e Segio possa essere quella decisiva?
Capece: Noi ci batteremo perché lo sia. Nelle carceri è necessario un segnale di distensione. I politici, con in testa il nostro ministro, sono convinti che i cittadini gli farebbero pagare a caro prezzo un provvedimento di questo genere. Io penso che sbaglino. Se avessero un briciolo di coraggio, verrebbero premiati.

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