Aids, epidemia in crescita. Il nuovo Rapporto UN-AIDS

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Il Rapporto delle Nazioni Unite

Aids, epidemia in crescita
40,3 milioni di contagiati nel mondo

40,3 milioni di sieropositivi nel mondo (nel 2003 erano 37,5). E, solo nel 2005, più di 3 milioni di vittime a causa dell`Aids, oltre 500.000 delle quali bambini. Questi gli ultimi dati sul pianeta Aids contenuti nel rapporto annuale delle Nazioni Unite presentato oggi a Ginevra in vista della giornata mondiale contro l`Aids del 1 dicembre. Sono passati 24 anni da quando, nel 1981, la sindrome da immunodeficienza acquisita fu identificata per la prima volta. E` dunque tempo di bilanci. E si può dire – come si legge nel rapporto – che l`Aids sia stata una delle “epidemie piu` devastatrici della storia“, avendo mietuto piu` di 25 milioni di vittime in tutto il mondo.

Malgrado i progressi compiuti in un numero ridotto ma crescente di Paesi, l`epidemia continua a crescere a un ritmo superiore a quello degli sforzi mondiali per contenerla ed il numero di persone costrette a convivere con l` Hiv/Aids continua a crescere. “Recenti indagini – ha spiegato il Programma congiunto delle Nazioni Unite sull`Hiv/Aids (Unaids) – indicano che in alcuni Paesi l`incidenza dell`Hiv e` in calo tra la popolazione adulta grazie al ruolo chiave svolto dall`adozione di comportamenti piu` consapevoli volti ad evitare il contagio“, quali l`uso generalizzato del preservativo. Tuttavia il numero di persone sieropositive è aumentato in tutte le regioni del mondo. Tranne una, i Caraibi, la seconda regione piu` colpita al mondo, dove la prevalenza non e` mutata nel 2005 rispetto al 2003.

I dati relativi a Kenya, Zimbabwe e alcuni Paesi della Regione Caraibica mostrano negli ultimi anni un sensibile calo nella diffusione dell’HIV. In Kenya l’incidenza del contagio tra la popolazione adulta, dopo aver toccato un picco del 10% alla fine degli anni novanta, è scesa al 7% nel 2003, mentre tra le gestanti dello Zimbabwe è scesa dal 26% del 2003 al 21% del 2004. Allo stesso modo, tra le giovani gestanti delle aree urbane del Burkina Faso si è passati dal 4% circa del 2001 a una cifra di poco inferiore al 2% nel 2003.

Stando al rapporto, il balzo in avanti dell’HIV è avvenuto soprattutto nell`Europa dell`Est e nell`Asia centrale (con un aumento del 25% pari a 1,6 milioni) e nell`Asia orientale. La zona più colpita del mondo resta comunque l`Africa Subsahariana con il 64% di nuovi casi (oltre tre milioni di persone) e 25,8 milioni di sieropositivi.

Il rapporto riconosce che l’accesso alle cure contro l’HIV negli ultimi due anni ha subito un netto miglioramento. Oltre un milione di abitanti dei Paesi a medio-basso reddito adesso gode di migliori prospettive di vita grazie ai farmaci antiretrovirali e si stima che le maggiori opportunità di accesso alle cure abbiano scongiurato quest’anno dai 250.000 ai 350.000 decessi. Il Direttore Generale dell’OMS Dr Lee Jong-wook ha dichiarato: «Sono ormai chiari i vantaggi di una progressiva integrazione di prevenzione e terapia in un unico intervento anziché in interventi separati. La disponibilità di terapie offre un potente incentivo ai governi e ai singoli individui per sostenere e richiedere informazioni sulla prevenzione nonché consulenza sanitaria e test volontari. Un’efficace opera di prevenzione può anche contribuire a ridurre il numero di persone bisognose di assistenza, rendendo più facile e sostenibile l’accesso alle terapie.

Senza le misure di prevenzione dell’HIV – informa il Rapporto -, circa il 35% dei bambini nati da madri sieropositive contrarranno il virus. Sebbene la trasmissione madre-figlio sia stata di fatto eliminata nei Paesi industrializzati e la copertura sanitaria stia migliorando in molti altri posti, l’Africa Subsahariana resta ancora il fanalino di coda. C’è urgente bisogno di accelerare il potenziamento dei programmi per ridurre un tributo inaccettabile.

(www.rassegna.it, 21 novembre 2005)

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