Napoli, rom in fuga dopo assalto alle baracche

Napoli, rom in fuga dopo assalto alle baracche

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Un tentativo di violenza sessuale ad una sedicenne, avvicinata ieri sera da due nomadi rom nel quartiere di Poggioreale a Napoli, ha innescato la dura protesta dei parenti della ragazza e di residenti, che hanno attaccato con pietre e petardi l’insediamento di nomadi Rom di via del Riposo. L’altro ieri, poco prima delle 21, la ragazzina è stata bloccata e palpeggiata dai due Rom prima di riuscire a divincolarsi e fuggire a casa, dove ha raccontato tutto ai familiari. Questi ultimi hanno sporto denuncia, ma due cugini ventenni della ragazza si sono andati al campo Rom per regolare i conti. Qui, però, hanno avuto la peggio, riportando lievi ferite (5 e 7 giorni di prognosi), medicate in ospedale.
Ma subito dopo ai parenti della ragazza si sono uniti alcune decine di residenti, almeno una cinquantina, che hanno avviato una sassaiola contro l’insediamento Rom. Polizia e carabinieri, giunti di rinforzo, hanno evitato il peggio. Ma ieri mattina l’assedio al campo Rom è ripreso, come il lancio di petardi, ed un blocco stradale di protesta contro la presenza dei nomadi di origine rumena, che da oltre quattro anni, si sono stabiliti a Poggioreale. Nella notte un nomade Rom sarebbe stato aggredito per rappresaglia, riferiscono alcuni di loro. Poi, impauriti dai petardi che continuano ad esplodere, hanno cominciato a riempire auto e furgoni di masserizie e a lasciare l’insediamento. Sul posto, per cercare di calmare gli animi il presidente della IV Municipalità, Armando Coppola. «Finora i residenti hanno subito furti e gesti osceni dei nomadi, che hanno l’abitudine di urinare per strada, ma il tentativo di violenza ha fatto scattare la reazione violenta», dice ai giornalisti. Arriva anche l’ ex missionario comboniano Alex Zanotelli, animatore della protesta sociale, che parla di “Pogrom” contro i Rom ed accusa il Comune di Napoli di fare vincere «la legge del più forte». «Nessuno di loro è qui per difenderli ed ho cercato inutilmente di contattarli da questa mattina». «Rispetto la storia di Zanotelli e le associazioni – replica l’ assessore alle politiche sociali, Roberta Gaeta -ma ci vuole moderazione e collaborazione e dobbiamo poter parlare con i Rom anche direttamente, senza l’ intermediazione delle associazioni, per le soluzioni alle quali lavoriamo, insieme ad altre istituzioni». Sono circa quattromila – secondo stime – i nomadi Rom a Napoli, accampati nei quartieri di Secondigliano, Soccavo e Poggioreale. Il Comune ha emesso il 29 gennaio un’ordinanza sindacale che prevede lo sgombero dell’ area di S. Maria del Riposo, non ancora attuata.
L’episodio riporta alla mente i fatti della primavera 2008, quando a Ponticelli scoppiò una rivolta popolare per un presunto rapimento di una bambina da parte di una donna del campo Rom. Accadde il 12 maggio e fu Flora Martinelli, 27 anni, a denunciare il tentativo di rapimento della sua piccola di appena sei mesi da parte di una nomade che si era introdotta in casa sua, nel rione controllato all’epoca dal clan della famiglia Sarno. Qualche quotidiano riportò anche la notizia del pizzo che i Rom avrebbero pagato alla camorra per poter stare in quella zona. Dopo le accuse della signora Martinelli nel quartiere si scatenò una specie di caccia al Rom, con assalti alle roulotte a colpi di molotov e spranghe.
Il campo fu messo a ferro e fuoco e i nomadi furono costretti ad abbandonare le loro cose. Solo qualche tempo dopo venne fuori che il tentativo di rapimento era stata una bufala e che quindi i Rom avevano subito una caccia alle streghe ingiustificata, con momenti di alta tensione tra gli abitanti del quartiere e l’insediamento che constrinsero la polizia ad intervenire. Il clima fu surriscaldato ancora di più da alcuni esponenti politici che soffiavano sul fuoco dell’intolleranza. «Il sindaco deve ordinare lo sgombero di tutti i campi nomadi», disse Raffaele Ambrosino, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, seguito da Fabio Chiosi, coordinatore cittadino di An che ha annunciato: «Il tempo delle mezze misure deve terminare».



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