Padoan: tagli di spesa per il cuneo fiscale

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Prese sonoramente a schiaffoni dall’intervista del premier a Che tempo che fa, il giorno dopo le parti sociali rispondono a Matteo Renzi in ordine sparso. Se la Cgil preferisce mettere da parte i metodi e i toni, chiedendo risposte sui contenuti e dicendosi «preoccupata» dalle notizie provenienti da Bruxelles, Confindustria rimane in silenzio sperando ancora di poter spuntare un taglio dell’Irap. Se la Uil si conferma il sindacato più renziano, la Cisl di Bonanni invece si prende il merito di aver «costretto » Renzi a tagliare le tasse alle famiglie. Ieri Susanna Camusso era a Bari per il congresso della locale Camera del lavoro. In serata è stata raggiunta dalle notizie provenienti da Bruxelles e non le ha prese per niente bene. «Se veramente i dieci miliardi del cuneo fiscale saranno figli di soli tagli di spesa – ragionano da Corso Italia – saranno misure pesanti che avranno conseguenze gravi sul lavoro, sulle prestazioni e sui servizi ai cittadini». E su twitter arriva l’hashtag #abbiamogiàdato per ribadire il concetto.
In mattinata nel suo intervento Camusso aveva poi risposto al premier («la musica deve cambiare anche per i sindacati», «se la Cgil si mobilita ce ne faremo una ragione») senza alzare i toni. «Renzi mi è parso disattento al fatto che c’è una parte del Paese che ha pagato un prezzo altissimo durante questa crisi, che ha più volte cercato di invertire le politiche economiche proprio perché la crisi non continuasse a precipitare ». Il giudizio sul suo operato però dipenderà solo dalle decisioni che prenderà: «Renzi – ha spiegato il segretario generale della Cgil – deve sapere che quella parte del Paese e quella parte del mondo del lavoro e delle pensioni sta guardando ai suoi tanti annunci e alle coerenze che poi ci saranno tra gli annunci che fa e l’idea di avere una effettiva svolta di politica economica». Le richieste dalla Cgil sono chiare: il taglio del cuneo deve aiutare le famiglie veramente in difficoltà, per evitare di favorire gli evasori al posto del taglio dell’Irpef meglio aumentare le detrazioni. Poi c’è il tema della tutela per chi rischia o ha perso il lavoro: devono essere universali e coperte dai contributi di tutti. Se Renzi seguirà queste indicazioni – in tutto o in parte – la Cgil plaudirà. L’altolà arriva soprattutto sul tema degli ammortizzatori. Per Camusso «Renzi deve sapere che se risposte ai lavoratori non arrivano o se si tolgono risorse e si riduce la coperta degli ammortizzatori ci sarà un problema di risposta al mondo del lavoro».
BONANNI: TAGLI O MERITO NOSTRO. Chi invece in qualche modo mette il cappello sulla scelta – implicitamente annunciata da Renzi – di tagliare l’Irpef è il leader Cisl Raffaele Bonanni. «È ciò che abbiamo chiesto insistentemente e credo che Renzi l’abbia fatto perchè non poteva fare diversamente. Non tener conto delle famiglie dei lavoratori e dei pensionati, sarebbe stato per lui una prima sconfitta nella decisione sapendo che ha la campagna elettorale. Forse – ha insistito Bonanni – ecco perché ricerca un po’ di attrito col sindacato. È stato costretto a fare ciò che ha detto il sindacato e quindi ora deve mettersi contro il sindacato per rabbonire alcuni ambienti che gli chiedono invece differenti posizioni e differenti decisioni».
Anche la Uil di Luigi Angeletti plaude al taglio dell’Irpef in busta paga per i redditi bassi, pari a circa 100 euro lordi in più al mese. «Si trasformerebbe in un incentivo ai consumi, con riflessi positivi sulla produzione e sull’occupazione. Ecco perché – si legge in una nota dell’Esecutivo di ieri – la Uil ha preso favorevolmente atto della disponibilità espressa» da Renzi facendo «propria una storica rivendicazione della Uil. Tornando sul tema della concertazione la Uil poi insiste: «Se i fatti confermassero le anticipazioni, la Uil non riterrebbe necessario alcun confronto tra parti sociali e governo, poiché ciò che conta è che si risolvano i problemi dei lavoratori e dei pensionati».
Come detto da parte di Confindustria nessuna reazione ufficiale, ma un tentativo di lavorare dietro le quinte per spuntare un taglio dell’Irap alle imprese o maggiori tagli alla spesa, non a caso promessi ieri da Padoan a Bruxelles.
LANDINI: RENZI NON PARLI DI CGIL Ieri ha parlato anche Maurizio Landini. Colui il quale sta diventando un punto di riferimento – strumentale – per Matteo Renzi («Lui fa notare che parla con Landini per fare un dispetto a Camusso », sostiene Bonanni). Dopo la sua lettera aperta al premier su Repubblica ieri ha commentato: «Non ho avuto risposta da Renzi». Spiegando: «Abbiamo fatto delle proposte precise, mi auguro sia possibile un confronto, poi il sindacato decide autonomamente quali iniziative mettere in campo». E ancora: «Io sto al merito. Se il governo decide di ridurre l’Irpef ai redditi più bassi fa una cosa giusta. Del resto è una richiesta sindacale da tempo. Renzi dovrebbe essere più attento alle cose che fa e non alla dinamica interna della Cgil. Il governo – ha aggiunto a margine di un convegno di Sel – pensa di intervenire direttamente saltando gli organi di rappresentanza. Il problema non è lamentarsi per un tavolo ma la sostanza di quello che si fa».


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