Al via lo smantellamento di Caorso, ma il deposito scorie è top secret

Loading

Sarà pro­ba­bil­mente uno degli ultimi decreti fir­mati dall’attuale mini­stro per lo Svi­luppo eco­no­mico. Un «grande» passo per allon­ta­narci per sem­pre dalla sta­gione nucleare. Il via libera è arri­vato ieri e con­sente di por­tare a ter­mine una delle più com­pli­cate ope­ra­zioni di decom­mis­sio­ning, lo sman­tel­la­mento delle vec­chie cen­trali nucleari, chiuse dal 1986 ma per la mag­gior parte ancora lì, con il loro carico di radioat­ti­vità e rifiuti peri­co­losi. Da ieri però per la vec­chia cen­trale di Caorso (Pia­cenza) la fine è più vicina. Il mini­stero ha infatti emesso il decreto per la sua disat­ti­va­zione, affi­data alla Sogin, che «da subito» attac­cherà il cuore dell’impianto, l’edificio reat­tore, per por­tare così a ter­mine le atti­vità come pre­vi­sto entro il 2026.

La cen­trale è stata rea­liz­zata negli anni ’70 dal rag­grup­pa­mento Enel – Ansaldo Mec­ca­nica Nucleare ed è stata in eser­ci­zio fino all’ottobre 1986. Nel ’99 Sogin – che ha recen­te­mente cam­biato i ver­tici: il pre­si­dente è Giu­seppe Zol­lino e l’ad è Ric­cardo Casale – ha acqui­sito la pro­prietà dell’impianto con il com­pito di sman­tel­larlo. A giu­gno 2012 è ter­mi­nata la boni­fica dell’edificio tur­bina con lo sman­tel­la­mento e la decon­ta­mi­na­zione di 6.500 ton­nel­late di com­po­nenti metal­lici. Il mate­riale radioat­tivo ora è stoc­cato lì, poi dovrebbe andare a finire, con tutti gli altri rifiuti radioat­tivi ita­liani, nel depo­sito unico delle sco­rie che dovrebbe essere costruito da qual­che parte ma non si sa dove. Il dop­pio con­di­zio­nale è d’obbligo, per una vicenda che giorno dopo giorno si tinge di giallo. Infatti il 17 gen­naio alla Camera il mini­stro dell’Ambiente Andrea Orlando ha espli­ci­ta­mente dato il via libera alla pub­bli­ca­zione dei cri­teri di indi­vi­dua­zione del sito pre­di­spo­sti dall’Ispra in una rela­zione attesa da 4 anni. Uno stu­dio arti­co­lato in cui si elen­cano solo le carat­te­ri­sti­che geo­mor­fo­lo­gi­che che ren­de­ranno sicuro il sito, senza fare nomi di loca­lità. Qual­che anno fa ci provò senza risul­tato l’Agenzia per la sicu­rezza nazio­nale, costi­tuita e sciolta tra le pole­mi­che ii pochi mesi. Ma l’Ispra ha por­tato a ter­mine il com­pito. La rela­zione, però, è ancora un segreto. Fonti interne rac­con­tano che non si sca­verà più sot­to­terra, ipo­tesi in piedi ai tempi della pro­te­sta di Scan­sano Jonico, un’altra era geo­lo­gica anche per la Sogin rispetto alla tra­spa­renza con cui gesti­sce oggi le infor­ma­zioni. All’epoca, in una sola notte il governo Ber­lu­sconi decise di sca­vare nel sot­to­suolo della cit­ta­dina lucana un depo­sito a prova di bombe. Ma non di ter­re­moto, come studi indi­pen­denti dimo­stra­rono. Que­sta volta si parla di un sar­co­fago in super­fi­cie inse­rito in un ampio parco tec­no­lo­gico che pren­derà esem­pio dal sito di La Hague, in Fran­cia: un depo­sito da 500.000 metri cubi inse­rito in un cen­tro tec­no­lo­gico avan­zato, con atti­vità di ricerca, divul­ga­zione e anche van­taggi eco­no­mici per le comu­nità circostanti.

Ma dov’è que­sta rela­zione dell’Ispra? La si tiene nasco­sta temendo le rea­zioni delle regioni? All’Ispra dicono di essere in attesa di un pla­cet del Mise. Ma anche lì non otte­niamo rispo­ste e alla fine si giu­sti­fi­cano dicendo che «in que­sta fase di crisi poli­tica le prio­rità sono altre».

Nelle stesse ore però si fir­mava il decreto per Caorso. Si auto­rizza così lo sman­tel­la­mento della cen­trale, la pro­du­zione di nuovi rifiuti nucleari, ma non si pre­di­spone il primo passo per la costru­zione del depo­sito, cioè pub­bli­care i cri­teri per indi­vi­duare il sito. Caorso è dotata di depo­siti tem­po­ra­nei per i rifiuti pro­dotti dalla boni­fica. E il 98% del com­bu­sti­bile esau­rito pro­dotto durante l’esercizio delle cen­trali ita­liane è stato inviato all’estero per il suo ripro­ces­sa­mento. Ma giorno dopo giorno si accu­mu­lano sul ter­ri­to­rio ita­liano, e non sem­pre in siti di stoc­cag­gio ad hoc, ton­nel­late di rifiuti ospe­da­lieri, frutto di esami nucleari, altret­tanto pericolosi.

In Ita­lia sono pre­senti attual­mente circa 30.000 metri cubi di rifiuti radioat­tivi, di cui circa il 10% ad alta atti­vità. Que­sto dato sarà più o meno rad­dop­piato quando sarà com­ple­tato lo sman­tel­la­mento delle vec­chie centrali.


Related Articles

Ilva, via libera del Cda a 146 milioni per la bonifica

Loading

E’ arrivato l’ok per l’utilizzo dei 146 milioni che l’Ilva ha stanziato come prima trance per accelerare l’iter della salvaguardia ambientale dello stabilimento siderurgico di Taranto: a deciderlo il Cda del gruppo, riunitosi ieri a Milano nella sede legale dell’azienda.

Manca il gas, sì alle centrali a olio

Loading

Il piano d’emergenza prevede tagli di energia alle aziende con contratti speciali

Nucleare: salta il referendum, ma la norma del Governo è ambigua

Loading

Un emendamento presentato ieri dal Governo nel decreto omnibus all’esame dell’aula del Senato comporta l’abrograziomne di tutte le norme per la realizzazione delle centrali nucleari, in termini che superano la moratoria già  prevista dall’esecutivo. Tra gli effetti dell’emendamento vi sarebbe quello di rendere superato il referendum previsto per il mese di giugno.

 

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment