Il sondaggio choc Un francese su tre d’accordo con Le Pen

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PARIGI — Più di un terzo dei francesi aderiscono alle idee del Front national, secondo il sondaggio Tns Sofres pubblicato ieri da Le Monde . Molta strada è stata fatta da quando il parà reduce dell’Indocina e dell’Algeria francese Jean-Marie Le Pen mise insieme, nel 1972, un gruppuscolo di ex petainisti e ammiratori del Msi, scegliendo come simbolo la fiamma tricolore adattata (il blu al posto del verde) dal movimento di Giorgio Almirante.
Marine Le Pen è riuscita nell’impresa di normalizzare o quasi quella formazione un tempo impresentabile, un partito che oggi non raccoglie più solo il favore degli estremisti di destra e il voto di protesta: il Front national propone un’altra visione della società — meno immigrati, meno multiculturalismo — e al 34% dei francesi questa visione piace (anche se solo il 29% vuole uscire dall’euro). Non solo: il 56% ritiene Marine Le Pen «in grado di comprendere i loro problemi quotidiani», un risultato che la maggior parte dei politici «repubblicani» (in Italia si sarebbe detto un tempo «dell’arco costituzionale») oggi potrebbe invidiarle.
Ancora, il 58% degli intervistati pensa che «Marine Le Pen è in grado di raccogliere consensi al di là del suo campo», che è l’obiettivo ultimo: inutile raccogliere 6 milioni di voti alle ultime presidenziali se poi non sono spendibili; il Front national ha la necessità vitale di rompere l’isolamento, e ci sta riuscendo.
La vittoria più grande di Marine Le Pen è quella di avere fatto entrare le sue idee e le sue proposte nel dibattito politico: il centrodestra dell’Ump, in piena crisi di leadership, da tempo flirta con gli atteggiamenti del Front national. Quando il segretario Jean-François Copé denunciò che durante il ramadan ai ragazzini francesi all’uscita di scuola veniva strappato dalle mani il pain au chocolat (senza fornire dettagli o prove), fu il segno che la battaglia culturale di Marine Le Pen era vinta. A furia di rincorrere il Front national per non perdere gli elettori spaventati da globalizzazione e immigrazione di massa, il centrodestra ha finito con il legittimare il suo discorso.
Due personalità hanno chiesto ieri che si tenga anche in Francia un referendum sull’immigrazione come quello svizzero: Marine Le Pen e il sindaco Ump di Nizza Christian Estrosi, che ha detto «magari il governo prima o poi chiederà ai francesi di integrarsi, di imparare le lingue africane o l’arabo. Tocca a noi adattarci, vero?», con una retorica che non ha niente da invidiare alla leader del Front national. Il Partito socialista è a sua volta accusato di seguire da sempre con interesse — Mitterrand insegna — l’avanzata del Front national, perché toglie voti al centrodestra.
Se le elezioni municipali del 23 e 30 marzo prossimi vedono un Front national in difficoltà nel presentare liste su scala nazionale, le europee del 25 maggio potrebbero vederlo primo partito di Francia. «È un sondaggio molto promettente — ha commentato Marine Le Pen —, dimostra che non siamo un movimento di protesta ma di adesione. La nostra vocazione è governare».
Stefano Montefiori


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