Cgil come la «bella addormentata»: Camusso non invita Landini

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Non si è ancora siglata la «pax» tra Susanna Camusso e Mau­ri­zio Lan­dini, teo­ri­ca­mente lan­ciata la set­ti­mana scorsa dalla segre­ta­ria Cgil, che già si apre un nuovo caso. A Milano la Cgil ha orga­niz­zato un attivo dei dele­gati dal titolo «Esten­dere gli accordi su demo­cra­zia e rap­pre­sen­tanza a tutti i luo­ghi di lavoro», spe­ci­fi­cando che i dele­gati inte­res­sati sono quelli delle aziende «non ade­renti a Con­fin­du­stria». E chi sen­ti­ranno par­lare i lavo­ra­tori? Solo ed esclu­si­va­mente il «cer­chio magico» dei segre­tari che si sono espressi a favore della posi­zione di Camusso nella que­relle con Lan­dini, peral­tro molti di loro invece facenti parte di cate­go­rie che siglano accordi con Confindustria.

Si tratta dei segre­tari gene­rali di Fil­cams, Filc­tem, Fil­lea, Filt, Flai, Fun­zione Pub­blica, Slc: e il non invito della Fiom, che al momento rap­pre­senta la parte con cui si è aperto un dibat­tito poli­tico, ha pro­vo­cato la rea­zione dei metal­mec­ca­nici. Mirco Rota, segre­ta­rio Fiom lom­bardo, in accordo con Mau­ri­zio Lan­dini, ha con­vo­cato una con­fe­renza stampa per protestare.

«Non è tanto il man­cato invito il pro­blema – spiega Rota – Ma è soprat­tutto il fatto che si discute già di allar­gare l’accordo sulla rap­pre­sen­tanza agli altri set­tori non inte­res­sati all’intesa del 10 gen­naio, quando ancora que­sta non è stata votata. Ma Camusso sabato scorso non aveva offerto di indire un refe­ren­dum? Allora, se dav­vero ci cre­desse, dovrebbe sospen­dere la firma e aspet­tare l’esito del voto: ma al momento non sap­piamo nean­che come e quando verrà effet­tuato, que­sto refe­ren­dum sull’accordo».

All’incontro, peral­tro, non sono stati invi­tati i segre­tari gene­rali di Flc e Fisac, che non si sono mai espressi a favore o con­tro le posi­zioni di Camusso o Lan­dini, ma che però – fa notare Rota – hanno fir­mato con la Fiom gli emen­da­menti più «cri­tici» rispetto al docu­mento di mag­gio­ranza. Come se insomma lo scon­tro Landini-Camusso avesse pola­riz­zato ancora di più anche i dis­sidi nel Con­gresso (che for­mal­mente vede insieme, nel docu­mento numero 1, i due segre­tari), creando quasi un’area di “vicini alla Fiom” non gra­diti nel cer­chio magico camussiano.

«Invece di orga­niz­zare dibat­titi sul merito – dice Rota – la Cgil sem­bra rifug­gire il con­fronto, mar­gi­na­liz­zando alcune cate­go­rie. Noi siamo per sospen­dere il Con­gresso e andare subito al voto, ma se anche voles­simo atten­dere la fine, e votare dopo, ci si dica però quando e con quali moda­lità. Con­cor­dando nel frat­tempo la sospen­sione della firma con Cisl e Uil, non appog­giando ambi­gua­mente ini­zia­tive che invece aval­lano quell’accordo, non ancora votato dai lavoratori».

Ma non si sta già votando, nelle assem­blee con­gres­suali, attra­verso la pro­nun­cia sull’ordine del giorno del Diret­tivo del 17 gen­naio? «Avviene in pochis­sime assem­blee, e noi non siamo d’accordo su que­ste moda­lità: il Con­gresso è una discus­sione sui docu­menti e gli emen­da­menti, non su deci­sioni già prese dal Diret­tivo della Cgil. Va fatta una vota­zione ad hoc, lo riba­diamo», dice ancora il segre­ta­rio Fiom.
Intanto alle ultime ele­zioni delle Rsu, la Fiom sta chie­dendo a Fim e Uilm di non rife­rirsi a quell’accordo: ad esem­pio alla Ran­ci­lio (mac­chine da caffè a Legnano, 150 dipen­denti), l’intesa non è stata citata (e la Fiom ha avuto il 68%).

In con­trap­po­si­zione all’attivo di Milano, i metal­mec­ca­nici segna­lano l’assemblea degli auto­con­vo­cati a Bolo­gna, sabato pros­simo, dove si par­lerà pro­prio di rappresentanza.


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