Ogm a Bruxelles, mai dire Mais l’Europa vota sul Filo delle Lobby
Così sarà domani, quando il Consiglio Affari generali (ministri degli Esteri e delle Politiche europee) voterà l’autorizzazione a coltivare un nuovo tipo di organismo geneticamente modificato, di Ogm, noto come mais Pioneer 107.
Assorbita com’è dalla baruffe sui salvataggi delle banche, ogni tanto l’Ue è chiamata anche a decidere su questi temi più «caldi» che toccano più direttamente la vita quotidiana. Ma non è detto che i meccanismi decisionali siano più rapidi, anzi. Per esempio la discussione su questo Ogm va avanti da mesi e anni. Le guerre di lobby infuriano, piccole grandi industrie sono in campo. Schiere di politici, blogger, scienziati e governi additano quel mais come un pericolo per la riproduzione, altri lo difendono come un passo avanti necessario alla ricerca. Ma l’ingranaggio del voto rischia di beffare paradossalmente gli uni e gli altri. Non essendo richiesto un «sì» o un «no» all’unanimità, la porta da cui far passare ogni decisione si chiama «maggioranza qua-lificata». Ma su quella porta è facile scivolare. Di alcuni Paesi si sa che, dal «no» ufficiale, potrebbero all’ultimo istante fare una piroetta e atterrare altrove. Di altri, il contrario. Altri ancora potrebbero «distrarsi». E se alla fine non si dovesse raggiungere una maggioranza qualificata dei contrari, il Pioneer 107 avrebbe via libera. Si gioca come sul filo dei trapezisti, spesso il minuetto politico diventa tarantella. Quanto all’Italia, sembra ancora indecisa. E intanto, venerdì, si è beccata dalla Commissione l’ennesima procedura di infrazione, stavolta per aver vietato la coltivazione di un altro mais Ogm, il Mon810. «Mai dire mais»: a volte le battutacce ci azzeccano.
Luigi Offeddu
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