Droghe, una legge illegittima

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Ille­gale è una legge appro­vata ille­git­ti­ma­mente, sotto la forma di un emen­da­mento abnorme a un decreto-legge fina­liz­zato allo svol­gi­mento delle Olim­piadi inver­nali di Torino di otto anni fa.
Di que­sto dovrà discu­tere e deci­dere, mar­tedì e mer­co­ledì pros­simi, la Corte costi­tu­zio­nale, chia­mata a pro­nun­ciarsi sulla base di una serie di ordi­nanze, la prima delle quali arriva diret­ta­mente dalla Corte di cassazione.

Ille­git­tima è una legge che acco­muna in un unico furore puni­tivo con­dotte e sostanze diverse, dal traf­fico alla sem­plice deten­zione, dalle dro­ghe “leg­gere” alle dro­ghe “pesanti”.

Ille­git­tima è una legge che deter­mina gran parte degli ingressi in car­cere e del sovraf­fol­la­mento penitenziario.

Ille­git­tima è una legge che costringe migliaia di sem­plici con­su­ma­tori di sostanze stu­pe­fa­centi, pale­se­mente rico­no­sciuti come tali, a sot­to­porsi a un labi­rinto di con­trolli e san­zioni amministrative.

Ille­git­tima è una legge che impe­di­sce ai con­su­ma­tori di mari­juana di sot­trarsi al mono­po­lio delle orga­niz­za­zioni cri­mi­nali attra­verso la col­ti­va­zione per il pro­prio fabbisogno.

Ille­git­tima è una legge che impe­di­sce la spe­ri­men­ta­zione e la dif­fu­sione degli usi medici della cannabis.

Come gli ultimi adepti di una reli­gione miste­rica il cui fon­da­tore e pro­feta è scap­pato via con la cassa, Carlo Gio­va­nardi e il suo brac­cio destro Gio­vanni Ser­pel­loni, sor­pren­den­te­mente ancora a capo del Dipar­ti­mento anti­droga della Pre­si­denza del Con­si­glio, non hanno capito che il mondo sta cam­biando e che la loro war on drugs è ormai finita, denun­ciata dalla Glo­bal Com­mis­sion sulle poli­ti­che sulle dro­ghe, supe­rata dalla legi­sla­zione di molti paesi e, da ultimi, anche negli Stati Uniti che ne furono i pro­mo­tori a livello inter­na­zio­nale. Si affer­mano poli­ti­che nuove, cui la Corte costi­tu­zio­nale può aprire le porte anche in Italia.

Se la legge Fini-Giovanardi verrà dichia­rata ille­git­tima sarà più facile ria­prire la discus­sione sul futuro delle poli­ti­che sulle dro­ghe anche da noi. Non si tor­nerà in un ine­si­stente regno della libertà, ma solo a pene più miti, a una distin­zione tra le sostanze stu­pe­fa­centi e a una valu­ta­zione appro­priata delle sin­gole con­dotte. Si tor­nerà, insomma, a vent’anni fa, quando un refe­ren­dum popo­lare can­cellò i tratti più repres­sivi della legge pre­ce­dente. Un passo indie­tro, dun­que. Per poterne fare due in un’altra direzione.


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