A Kabul i colloqui proseguono, come gli attentati

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Il giorno dopo lo sto­rico primo incon­tro tra una dele­ga­zione auto­riz­zata dai tale­bani pachi­stani e un team di emis­sari del governo è quello delle indi­scre­zioni e dei distin­guo. Annun­ciato a sor­presa con un’uscita pub­blica del pre­mier Nawaz Shairf una set­ti­mana fa, costi­tuiti in gran fretta due team di nego­zia­tori, il quar­tetto gover­na­tivo (di cui fa parte il gior­na­li­sta indi­pen­dente Rahi­mul­lah Yusu­f­zai) ha incon­trato gio­vedi a Isla­ma­bad, dopo qual­che ingol­fa­mento, il ter­zetto di nego­zia­tori (non guer­ri­glieri ma filo tale­bani) auto­riz­zato dal Tehreek-e-Taleban-Pakistan (Ttp) e super­vi­sio­nato da un comi­tato che risponde diret­ta­mente a mul­lah Faz­lul­lah, il capo del Ttp.

Dopo sette anni di guerra e 120 morti solo dal primo gen­naio ad oggi ricon­du­ci­bili al Ttp, dopo che un pre­ce­dente approc­cio era fal­lito a seguito all’uccisione con un mis­sile ame­ri­cano dell’ex lea­der tale­bano Haki­mual­lah Meh­sud, il governo ha spinto per riav­viare i col­lo­qui anche se, dicono i rumor, l’esercito si sta pre­pa­rando, se fal­lis­sero, a una vasta ope­ra­zione mili­tare. Gio­vedi il primo appun­ta­mento che si era chiuso con l’unico evi­dente suc­cesso che i sette nego­zia­tori si erano riu­niti. Ieri però The Dawn, auto­re­vole voce della stampa pachi­stana, ha soste­nuto che i nego­zia­tori pro Ttp avreb­bero già avuto man­dato di discu­tere due temi scot­tanti: un pos­si­bile ces­sate il fuoco e uno scam­bio pri­gio­nieri. Con la buona noti­zia è però arri­vata anche la cat­tiva: i nego­zia­tori del Ttp pre­ten­dono che dalla prima nota uscita dalla riu­nione sia rimosso il prin­ci­pio che gli accordi vanno intesi nel qua­dro della Costi­tu­zione pachi­stana, che i tale­bani — fedeli solo al Corano — non rico­no­scono e che è invece un punto fermo del governo.

Mau­lana Abdul Aziz, noto teo­logo isla­mi­sta, ha chia­rito che senza rife­ri­menti alla sha­ria e senza che la Costi­tu­zione sia messa da parte, reste­rebbe mem­bro del ter­zetto ma non par­te­ci­pe­rebbe al tavolo negoziale.

Scher­ma­glie? Pro­ba­bile, in un gioco delle parti appena ini­ziato in cui i nodi sono molti a comin­ciare dalla con­di­vi­sione nella diso­mo­ge­nea galas­sia tale­bana del nego­ziato in sé. Per il momento gli atten­tati non si sono fer­mati. Anche tra i radi­cali c’è sem­pre chi è più radi­cale e alza il tiro.


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