Napolitano sui Cie: rivedere i tempi di reclusione

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ROMA — «Sarebbe utile e opportuna un’attenta riflessione sui tempi di permanenza nei Cie». Lo chiede il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una lettera inviata agli immigrati rinchiusi a Ponte Galeria a Roma, che gli avevano scritto il primo gennaio. Il Quirinale torna così ad accendere i riflettori su quei centri d’espulsione, dentro i quali i migranti possono restare fino a 18 mesi. A fare da messaggero, il senatore Pd Luigi Manconi, presidente della commissione diritti umani del Senato, che ieri è entrato nel Cie romano, assieme a Elena Stancanelli, Christian Raimo e Ricky Tognazzi. In quello stesso centro dove negli ultimi mesi alcuni reclusi si erano cuciti la bocca per protesta. Nella loro lettera, scritta a gennaio al capo dello Stato, i migranti chiedevano un cambiamento delle norme sull’immigrazione. Napolitano risponde, esprimendo «comprensione per la sofferenza e il dolore di coloro che hanno scritto, così come per le loro richieste e speranze», ma precisa di non poter entrare nel merito delle istanze, «oggetto di dibattito nel Paese e in Parlamento». Poi a conclusione del suo messaggio auspica «un’attenta riflessione sui tempi di permanenza nei Cie». Il trattenimento infatti è stato portato a 18 mesi (dai precedenti sei), con un decreto del 2011 dell’allora ministro del-l’Interno, Roberto Maroni.
Dal recente rapporto della commissione diritti umani del Senato a quello del commissario europeo Thomas Hammarberg, i Cie sono da anni al centro delle polemiche. Il loro scopo dichiarato è di rimpatriare gli irregolari. Ma nel 2012 solo la metà dei circa 8mila trattenuti è stata espulsa: l’1% dei 326mila irregolari stimati dall’Ismu al primo gennaio 2012. Scarsi risultati a fronte di alti costi, se si pensa che per tutti i centri per immigrati, l’Italia spende oltre un milione 800mila euro al giorno.
«Il presidente ha evocato la riduzione dei tempi di permanenza nei Cie – sostiene Luigi Manconi – che secondo noi vanno portati dagli attuali 18 mesi a 2 mesi». Del resto lo stesso viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, dichiara che «la drastica riduzione del tempo di permanenza nei Cie rappresenta un impegno fondamentale, non prorogabile». La riforma in discussione porterebbe a 2 i mesi di trattenimento, ma il testo elaborato già a ottobre scorso da Bubbico, col ministro Cecile Kyenge e il sottosegretario all’Interno, Domenico Manzione, resta ancora solo una bozza.


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