Chi inquina non paga più?

Loading

Alcuni pas­saggi e arti­coli del decreto Desti­na­zione Ita­lia potreb­bero essere a dir poco tos­sici e nocivi. Non solo per la salute. Le peg­giori ambi­guità sono scritte in buro­cra­tese e spesso basta una con­giun­zione (una o al posto di una e) a fare la dif­fe­renza. Quindi l’eventuale scan­dalo, in assenza di insulti, rischia di pas­sare sotto silen­zio, anche se il mini­stro dell’Ambiente Andrea Orlando ha già giu­rato che il governo non ha alcuna inten­zione di “gra­ziare” e pre­miare gli inqui­na­tori. Spe­riamo. Per­ché in Ita­lia ci sono già 100 mila ettari con­ta­mi­nati in 39 siti di inte­resse nazio­nale (Sin) in attesa di essere boni­fi­cati. Da Taranto a Cro­tone, da Gela a Bre­scia, da Priolo a Mar­ghera, per non par­lare della cosid­detta Terra dei fuo­chi. Dal 2002 ad oggi, scrive Legam­biente, sono state emesse 150 ordi­nanze di custo­dia cau­te­lare, sono state coin­volte 105 aziende e sono state denun­ciate 550 per­sone. Le boni­fi­che pro­ce­dono assai len­ta­mente, ma il giro di affari del risa­na­mento ambien­tale si aggi­re­rebbe attorno ai 30 miliardi di euro.

Se que­sto è il qua­dro, il governo Letta che fa? Per gli ambien­ta­li­sti tenta di stra­vol­gere il sano prin­ci­pio del “chi inquina paga” e sta­bi­li­sce una sorta di con­dono per gli inqui­na­tori, per di più arric­chito da un pac­chetto dono di finan­zia­menti qua­lora si ado­pe­ras­sero a chie­dere scusa con un bel pro­getto di rein­du­stria­liz­za­zione. L’allarme è stato lan­ciato da alcune asso­cia­zioni ambien­ta­li­ste che tem­pe­sti­va­mente hanno lan­ciato un appello on-line per chie­dere ai depu­tati di “stral­ciare que­ste norme che sono un vero e pro­prio schiaffo alle vit­time di inqui­na­mento” (la discus­sione alla Camera con­ti­nua oggi). Ieri, in serata, qual­cuno ha cer­cato di met­terci una toppa (il Pd) con un emen­da­mento che “subor­dina” l’accordo con l’inquinatore che ha ese­guito la boni­fica all’avvenuta “cer­ti­fi­ca­zione di avve­nuta messa in sicu­rezza dei siti inqui­nati”. Sulla carta, sem­bra un’occhiataccia di ammo­ni­mento in più, ma biso­gna vedere se sarà suf­fi­ciente a fugare il dub­bio, per­ché la mate­ria è com­plessa e gli inte­ressi in gioco enormi.

Il pre­si­dente di Legam­biente, Vit­to­rio Cogliati Dezza, punta il dito con­tro l’articolo 4 del decreto Desti­na­zione Ita­lia. “Pre­vede che gli inqui­na­tori fir­mino una tran­sa­zione con i mini­steri dell’Ambiente e dello Svi­luppo eco­no­mico — spiega — esen­tan­doli da ogni altro obbligo di boni­fica sul sito dell’inquinamento non pre­vi­sto dall’accordo siglato”. Signi­fica che una volta fir­mato l’accordo (e incas­sate le age­vo­la­zioni sta­tali) l’azienda che inquina non sarà tenuta a risar­cire per altri even­tuali inqui­na­menti sco­perti suc­ces­si­va­mente. Insomma, baste­rebbe fare inda­gini appros­si­ma­tive e il gio­chetto sporco è fatto. Ma altre cose non fun­zio­nano nel decreto, sot­to­li­nea Legam­biente. Sono pre­vi­sti sus­sidi per le cen­trali a car­bone più inqui­nanti, per esem­pio per la rea­liz­za­zione di una cen­trale ter­moe­let­trica a car­bone nel Sul­cis che bene­fi­cerà di 1,2 miliardi di euro spal­mati in venti anni (alla fac­cia dell’impegno per la ridu­zione dei gas serra).

Anche per il pre­si­dente della com­mis­sione Ambiente alla Camera, Ermete Rea­lacci, è “asso­lu­ta­mente fon­dato” il sospetto che il decreto possa aprire la strada all’aggiramento del prin­ci­pio del “chi inquina paga”. Per evi­tare que­sto rischio, anche se man­cano poche ore, il dibat­tito almeno sem­bra essersi aperto. E sono arri­vate le prime ras­si­cu­ra­zioni. In testa quella del mini­stero dell’Ambiente secondo cui non c’è nes­sun con­dono tom­bale per gli inqui­na­tori. Con rife­ri­mento pro­prio all’articolo 4, spiega una nota, “attra­verso uno stru­mento già spe­ri­men­tato come l’accordo di pro­gramma si è inteso coniu­gare la neces­sità di boni­fi­care que­ste aree con­ta­mi­nate con l’esigenza di rilan­ciarne le voca­zioni indu­striali da tempo pre­giu­di­cate dalla con­di­zione di inqui­na­mento». Tut­ta­via, con­clude il mini­stero, “per fugare ogni incer­tezza in merito ed ela­bo­rare rispo­ste che, ove rite­nuto indi­spen­sa­bile, potranno even­tual­mente tra­dursi anche in mag­giori chia­ri­menti del testo di legge, gli uffici tec­nici del mini­stero stanno lavo­rando per dis­si­pare qua­lun­que ombra sulla norma in oggetto”.

L’ombra, per dirla con il por­ta­voce dei Verdi Angelo Bonelli, lasce­rebbe pen­sare che “con que­sta norma si fa un grande regalo agli inqui­na­tori che, in virtù di pseudo accordi di pro­gramma, non solo potranno vedere ridotti in modo con­si­stente le cifre da sbor­sare per le boni­fi­che delle aree ma otter­ranno anche una pre­mia­lità per rea­liz­zare nuovi impianti, come gas­si­fi­ca­tori, ince­ne­ri­tori o amplia­menti produttivi”.


Related Articles

Blitz del Pd, e ciao all’acqua pubblica

Loading

Commissione Ambiente. Ok all’emendamento che apre alla gestione dei privati. M5S e Sinistra Italiana lasciano i lavori per protesta: “Traditi 27 milioni di cittadini che votarono il referendum nel 2011”

Fessenheim fa litigare tutta Europa una Fukushima a soli 500 km da Milano

Loading

I due reattori hanno 34 anni e sorgono su una faglia. Per le autorità  francesi è a prova di sisma. Le pressioni di Germania e Svizzera aiutano la popolazione che ne chiede la chiusura

Senato, stop nucleare. No costruzioni centrali

Loading

Una centrale nucleare Una centrale nucleare

Approvato l’emedamento del governo al dl omnibus

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment