Letta chiede fiducia alla Ue: Pil in crescita e fermeremo il debito
BRUXELLES — Letta è fiducioso e ottimista: «In questi ultimi tre anni l’Italia ha cominciato l’anno sotto la tempesta dell’emergenza finanziaria, quest’anno cominciamo con la possibilità di fare scelte di lungo periodo per essere più competitivi». Il presidente della Commis-sione europea, Josè Manuel Barroso, un po’ meno: «Nonostante l’Italia inizi l’anno senza emergenze finanziarie, le sfide restano: il debito pubblico è ancora troppo alto e la competitività è ancora bassa. L’Italia è un Paese ancora vulnerabile e fragile e non c’è motivo di compiacimento». In una giornata di incontri europei, Enrico Letta diffonde fiducia, prospettive incoraggianti e incassa alcuni dubbi. Barroso appare il più sincero, l’Italia ha fatto molti passi avanti, ma deve ancora ritrovare «una stabilità strutturale», unico strumento per arrivare a delle vere riforme di lungo periodo.
Al termine dell’incontro con la Commissione è proprio il suo presidente, Barroso, a definire la visita del nostro premier in chiaroscuro: «I dubbi negativi sull’Italia persistono, nonostante gli sforzi enormi fatti dal Paese, nonostante la fiducia stia tornando». Insomma l’Italia «deve accelerare». Detto questo, continua Barroso, «se spende bene i 30 miliardi di euro che saranno a disposizione nel prossimo programma di fondi strutturali» avrà fatto un enorme passo avanti.
Letta da parte sua annuisce, incassa e disegna uno scenario ottimistico: gli obiettivi del governo sono a portata di mano, visto che il 2014 sarà «finalmente un anno in crescita dell’1%, mentre per il 2015 il Pil è previsto in aumento del 2%». E per ribadire la virtuosità dei conti pubblici cita Berlino: «Siamo in grado di tenere deficit al 2,5% del Pil: con la Germania siamo l’unico grande paese Ue con un deficit/Pil sotto il 3%». Ancora, grazie al «pacchetto più grosso di privatizzazioni in Europa sarà possibile fermare nel 2014 la crescita del debito pubblico».
Al momento è inutile discutere della clausola sugli investimenti produttivi, che potrebbe dare al nostro Paese una maggiore capacità di spesa: Barroso è prudente, se ne parlerà a fine febbraio, Letta conferma aspettative positive, ma nulla di più. Saranno cruciali le prossime settimane e i prossimi provvedimenti. Nel frattempo, aggiunge il premier, «torno a Roma rafforzato e incoraggiato, erano 13 anni che il governo italiano non incontrava la Commissione europea in questo formato». Insieme a Letta sono arrivati a Bruxelles i ministri Saccomanni, Bonino, Giovannini, Moavero e l’auspicio del premier è che questa sia la prima tappa di un percorso virtuoso che si concluderà con il semestre italiano di presidenza della Ue. «Vogliamo un semestre incentrato su crescita e lavoro per sconfiggere un malessere sociale che mette in difficoltà la stessa idea di Europa», aggiunge il premier. Ovviamente guardando anche ai fatti di casa nostra: «Non appena ci sarà una chiarificazione sull’agenda della legge elettorale il contratto di programma che faremo consentirà di marciare ancora più speditamente».
Nel pomeriggio Letta incontra i parlamentari europei per presentare Expo 2015: «sarà un grandissimo successo e riporterà l’Italia in cima all’idea europea», assicura il premier. «Fra le tante caratteristiche meravigliose del popolo italiano c’è quella di essere ancora più bravi quando abbiamo una scadenza».
Marco Galluzzo
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