In Sud Sudan scoppia la tregua
In Sud Sudan, dopo un mese di combattimenti che hanno provocato almeno mille morti e 500 mila sfollati, tra il presidente Salva Kiir e il suo ex vice Riek Machar scoppia la pace. O quasi. Un accordo per il cessate il fuoco, atteso da giorni, è stato firmato ieri a Addis Abeba, in Etiopia. Al primo punto la tregua, con le armi che dovrebbero tacere entro 24 ore. Poi i ribelli fedeli a Machar hanno ottenuto la liberazione di 11 esponenti dell’opposizione arrestati con l’accusa di aver organizzato il tentativo di golpe che intendeva deporre Kiir per mettere Machar al suo posto. Un altro punto importante riguarda il ritiro delle truppe ugandesi, che hanno sostenuto attivamente l’esercito sud-sudanese nella riconquista delle città cadute in mano ai ribelli. Il prossimo incontro tra le parti è stato fissato per il 7 febbraio.
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La denuncia di Opal: «Nel 2018 autorizzata per la prima volta dal 1990 la vendita di pistole e fucili a Riyadh». Una questione centrale: in Yemen i Saud armano milizie e gruppi paramilitari
Anniversario da dimenticare
Nove aprile 2003, dieci anni fa cadeva Baghdad. Molti l’hanno chiamata liberazione e l’hanno documentata con l’abbattimento della statua di Saddam in piazza Firdaus (paradiso). A festeggiare – contrariamente a quanto si è voluto far credere – c’erano però solo centinaia di giornalisti occidentali e i loro traduttori locali, mentre gli iracheni erano ancora chiusi nelle case per timore del futuro.
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