Sanzioni ridotte per il rientro dei capitali

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ROMA — Il decreto per incentivare l’emersione dei capitali detenuti illegalmente all’estero sarà oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri. Nello stesso provvedimento, il rinvio del taglio delle detrazioni fiscali Irpef dal 19% al 18%, previsto dalla legge di Stabilità: il governo procederà tramite la delega fiscale all’esame del Parlamento e intanto i 488 milioni che sarebbero stati risparmiati nel 2014 col taglio saranno assicurati dalla spending review . Ultimo capitolo: il rinvio dal 16 febbraio al 16 maggio dei termini per il pagamento della prima rata dei contributi Inail per consentire alle imprese di usufruire nell’anno in corso del bonus previsto nelle legge di Stabilità per un miliardo di euro.
Intanto c’è tempo fino al 28 febbraio per la mini sanatoria sulle cartelle Equitalia emesse entro il 31 ottobre dello scorso anno, pagabili senza gli interessi di mora. Ieri la Guardia di Finanza ha tracciato il bilancio dell’attività del 2013: 57 miliardi occultati al Fisco, 8.315 evasori totali scoperti che hanno nascosto redditi per 16,1 miliardi, ricavi non dichiarati e costi non deducibili scoperti sul fronte dell’evasione fiscale internazionale per 15,1 miliardi, ricavi non contabilizzati per 20,7 miliardi, oltre 4,9 miliardi di Iva evasa, uno scontrino su tre irregolare.
Tornando al Consiglio dei ministri, dovrebbe riunirsi alle 15.30, al ritorno del ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, dal World economic forum di Davos, dove ci sarà un importante incontro con la Svizzera in tema di evasione fiscale. Sullo sfondo del decreto c’è infatti la maggiore collaborazione tra Paesi in fatto di capitali esportati, che sta approdando alla sottoscrizione di accordi che cancelleranno il segreto bancario. Ma prima che questi abbiano effetti pratici ci vorrà più di un anno. Intanto lo Stato italiano offre la possibilità, a chi ha portato i capitali all’estero, di emergere attraverso la «collaborazione volontaria», pagando sanzioni ridotte.
Sotto il profilo penale, per chi decide di riportare in Italia i capitali detenuti all’estero ci sarà la non punibilità per l’omessa o infedele dichiarazione, che attualmente è sanzionata con la reclusione da 1 a 3 anni; mentre per i reati più gravi, attualmente puniti con una sanzione da 18 mesi a 6 anni di reclusione, ci sarebbe il dimezzamento della pena da 9 mesi a 3 anni. Sul piano delle sanzioni bisogna chiarire che l’ultima legge comunitaria le ha già ridotte: la confisca è scomparsa e la sanzione va dal 3% al 15% delle somme non dichiarate per i Paesi white list e dal 6% al 30% per i Paesi black list . Il decreto del governo Letta introduce un ulteriore sconto del 50% se le attività vengono trasferite in Italia o in altri Stati membri dell’Ue. Mentre negli altri casi lo sconto si riduce al 25% della sanzione.
La procedura di collaborazione volontaria potrà essere attivata probabilmente fino a metà del 2015. L’autore delle violazioni dovrà indicare spontaneamente all’amministrazione finanziaria tutti gli investimenti e tutte le attività di natura finanziaria costituiti o detenuti all’estero, anche indirettamente o per interposta persona. Chi deciderà di emergere dovrà pagare per intero le eventuali imposte evase, mentre potrà godere dello sconto sulle sanzioni e della non punibilità di cui abbiamo detto. Non potranno accedere alla procedura i contribuenti nei confronti dei quali sono stati avviati accessi, ispezioni, verifiche o qualunque attività di accertamento amministrativo o di procedimenti penali, per violazioni di norme tributarie. La collaborazione volontaria sarà vietata anche nel caso in cui si venga a conoscenza dell’avvio di procedura tramite terzi. La richiesta non potrà essere presentata più di una volta. Il decreto introduce il reato di autoriciclaggio in relazione agli investimenti e agli utili realizzati con i capitali esportati.
Antonella Baccaro


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