Il nuovo Senato alle autonomie secondo il modello tedesco
Cesare Mirabelli, già presidente della Consulta, cerca di disegnare la riforma del Senato annunciata da Matteo Renzi insieme alla riforma della legge elettorale e del titolo V della Costituzione.
Il segretario del Pd è stato chiaro: «Nasce il Senato delle autonomie: via i senatori eletti, via i loro stipendi con riduzione del numero dei parlamentari e dei costi della politica». Cesare Mirabelli ipotizza: «Potremmo avere un Senato come quello della Germania, con la rappresentanza dei singoli lander chenoi chiamiamo regioni».
La cosa importante è certamente il superamento di quello che viene chiamato bicameralismo perfetto: «Ovvero in questo caso ci sarebbe una sola Camera con il potere di dare o non dare la fiducia al governo», fa notare Mirabelli sottolineando così una semplificazione non da poco del potere parlamentare.
In quanto ai rappresentanti del nuovo Senato riformato, Cesare Mirabelli non esclude che insieme ai rappresentanti delle Regioni ci possano essere anche i rappresentanti dei Comuni.
Spiega l’ex-presidente della Consulta: «Probabilmente i nuovi senatori verranno nominati dai delegati dei consigli regionali, mentre per i rappresentanti dei Comuni si potrebbe pensare di ricorrere ad elezioni di secondo grado per stabilire quali rappresentanti entrano e quali no. Ipotizzare infatti la rappresentanza soltanto di sindaci delle grandi città risulterebbe discriminatorio».
Questa riforma annunciata da Renzi è strettamente connessa con le altre due, quella del titolo V e della legge elettorale. «Ha una connessione con il titolo V per quel che riguarda l’ambito dell’autonomia e del funzionamento», spiega Mirabelli prima di parlare della legge elettorale.
«La legge elettorale viene considerata il primo passo di queste riforme. Del resto è la riforma più veloce. Ma è evidente che se la legge elettorale viene riformata con il Senato ancora in piedi, non appena venga conclusa la riforma del Senato delle autonomie la legge elettorale andrebbe rifatta di nuovo».
Alessandra Arachi
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