I Comuni dicono no all’aumento della Tasi
ROMA — I sindaci sparano ad alzo zero contro la proposta, formulata da Palazzo Chigi, la settimana scorsa con una nota, di una aliquota mobile dello 0,8 per mille della Tasi per recuperare le risorse da destinare ad un aumento delle detrazioni per le famiglie disagiate.
Intanto scoppia il «caso» Padoan: la Commissione Affari costituzionali del Senato ha bocciato, per la mancanza di un voto, la nomina dell’economista a presidente dell’Istat. Il ministro della Funzione pubblica, Gianpiero D’Alia, è intervenuto a nome del governo chiedendo di reiterare la nomina nel consiglio dei ministri di oggi.
Tornando all’aumento delle aliquote Tasi dello 0,8 per mille, il presidente dell’Anci Piero Fassino, ha detto che si tratta di «una ipotesi del governo, che abbiamo letto sui giornali». Respingendo al mittente la proposta del premier Letta, l’associazione dei Comuni ha inoltre giudicato le eventuali risorse, che alcune fonti valutavano in circa 2 miliardi, «insufficienti»: secondo l’Anci infatti gli aumenti garantirebbero solo 500 milioni per le detrazioni per le fasce più deboli a fronte di un gettito mancante, da tempo denunciato dai Municipi, pari a 1,5 miliardi. Pertanto l’Anci chiede che venga destinato ai Comuni, in alternativa, il gettito degli immobili commerciali (quello della classe “D” che ora va allo Stato). Pronta la mobilitazione: l’Anci sollecita un incontro con il governo e conferma le iniziative di mobilitazione già in programma: la sospensione della partecipazione alla Conferenza unificata e l’assemblea straordinaria di tutti i sindaci a Roma per il 29 gennaio.
L’aumento delle aliquote della Tasi, che ancora tuttavia non è stato formalizzato in un emendamento, avrebbe dovuto essere, nella proposta del governo, pari ad una addizionale costituita da una quota mobile con un tetto dello 0,8 per mille da aggiungere alle aliquote fino ad oggi previste (del 2,5 per mille per la prima casa e del 10,6 per mille per la seconda). I Comuni, per il 2014, sarebbero stati liberi di applicare l’addizionale mobile sulla prima casa o sulla seconda, spalmandola sui diversi tipi di immobile.
Mentre si avvicina la scadenza per il pagamento della mini-Imu, fissato per venerdì 24 gennaio, la prossima settimana, il ministro dell’Economia Saccomanni, ieri ha «difeso» in Commissione Bilancio della Camera, la tassa. Per Saccomanni, la mini-Imu costerà «meno del 10 per cento di quanto sarebbe stato altrimenti dovuto» e assicura «un trattamento equo dei contribuenti, non discriminandoli in base alla tempistica con cui i Comuni sono intervenuti sul tributo».
Saccomanni ha dedicato buona parte del suo intervento anche alla rivalutazione delle quote di Bankitalia in mano alle banche italiane: «Non c’è stato nessun regalo ai possessori di quote», ha detto il ministro rispondendo a chi ha criticato la forte ripatrimonializzazione delle banche maggiori «azioniste».
Infine la social card: il governo ha dato il via libera alla ricarica di 80 euro per il bimestre gennaiofebbraio della carta sociale per i cittadini più disagiati.
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