Caso De Girolamo, Renzi evoca le dimissioni
Dagli atti dell’inchiesta sulla Asl di Benevento emergono alcune intercettazioni che riguardano Nunzia De Girolamo, che non è indagata. Sono registrazioni fatte di nascosto da un ex dirigente della struttura, indagato, nel 2012 a casa del futuro ministro, allora deputata e coordinatrice locale del Pdl
Le frasi
I colloqui, poi diffusi dai mezzi di informazione, riguardano anche affari e appalti. «Facciamogli capire che un minimo di comando ce l’abbiamo! Mandiamogli i controlli e vaff…», dice la De Girolamo parlando dell’Ospedale Fatebenefratelli di Benevento, dove il bar è amministrato da anni da uno zio del ministro. Altri discorsi riguardano un bando per il 118 e la sede di un ufficio Asl
Il caso politico
Anche se il ministro De Girolamo non è indagata, il caso ha ripercussioni a livello politico. Il Pd presenta un’interpellanza alla Camera e le chiede di riferire Aula: «Spiegazioni necessarie». Solidarietà dal suo partito, il Nuovo centrodestra, che presenta una sua interpellanza per difendere il ministro. Lei, intanto, accusa un «linciaggio mediatico senza precedenti»
Le indagini
Il legale dell’ex dirigente dell’Asl Vincenzo Pisapia ha depositato ieri le trascrizioni di altre conversazioni registrate (in particolare colloqui tra Pisapia e il direttore generale della struttura, Michele Rossi). Il ministro delle Politiche agricole ha dato mandato ai suoi legali di presentare un esposto per violazione della privacy per le registrazioni effettuate «abusivamente»
ROMA — «Il ministro De Girolamo? Il ministro Josefa Idem si è dimessa dimostrando uno stile profondamente diverso da lei». Matteo Renzi non la manda a dire. La dice, semplicemente, il segretario del Pd parlando del caso del ministro delle Politiche agricole che in queste ore sta mettendo in subbuglio il Parlamento. E, di conseguenza, il governo.
È lineare, Matteo Renzi: «Sul ministro De Girolamo deciderà il premier Letta. Noi ascolteremo quello che ha da dire, poi vedremo». Ma intanto è proprio il gruppo del Pd che alla Camera sta spingendo perché il ministro di Ncd venga a riferire in aula.
Un’interpellanza parlamentare (prima firma del renziano Michele Anzaldi) è stata depositata ieri, per la quale il ministro De Girolamo dovrà rispondere a Montecitorio, probabilmente già venerdì prossimo. «Il ministro spieghi quali siano state le motivazioni che hanno determinato il suo intervento poco trasparente nelle specifiche questioni», scrivono i deputati del Pd, riferendosi alla bufera che ha travolto il ministro di Ncd in questi ultimi giorni.
Più morbida la posizione del ministro pd Dario Franceschini: «La ministra De Girolamo risponderà venerdì in Parlamento. Le forze politiche decideranno dopo averla sentita. Non si può fare giustizia sommaria: al momento non è indagata, siano in presenza di una registrazione abusiva. Il modo migliore è aspettare il suo intervento in Parlamento».
È finita nel mirino per via delle pressioni indebite per gli appalti nella Asl di Benevento, il ministro delle Politiche agricole.
Ma davvero il ministro Nunzia De Girolamo non è indagata? I deputati del Movimento 5 Stelle non ci credono e pretendono chiarezza. La pretendono dal ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri: «Mandi gli ispettori nella procura di Benevento per verificare se il ministro delle Politiche agricole risulta iscritta nel registro degli indagati», scrivono in un’interrogazione a prima firma Alfonso Bonafede i deputati del M5S, mentre dai banchi di Sel rivendicano di essere stati loro i primi a tirare fuori lo scandalo nella Asl di Benevento.
Basta leggere un’interrogazione a risposta scritta inviata al ministero della Salute, datata 17 giugno 2013 e firmata dal deputato campano di Sel Arturo Scotto. Denunciava una gestione di malaffare dell’appalto del servizio 118 da parte del direttore generale della Asl Michele Rossi, indicato come persona vicino al ministro delle Politiche agricole.
Intanto i deputati di Ncd, prima firma Enrico Costa, hanno presentato al ministro un’interpellanza urgente per chiedere «come intenda tutelare non solo la sua immagine ma anche le basi dello Stato di diritto nei confronti del soggetto che si è reso responsabile delle registrazioni abusive di cui è stata vittima».
Nunzia De Girolamo ieri ha dato mandato ai suoi avvocati, Gaetano Pecorella e Angelo Leone, di predisporre un esposto da inviare alla magistratura di Benevento e al garante per la protezione dei dati personali «per la captazione di frasi illecite registrate abusivamente in un colloquio al quale partecipava lei allora deputato». Di più: il ministro Nunzia De Girolamo chiede di chiarire le responsabilità di tutti coloro che «con atti e fatti gravemente lesivi della mia privacy hanno tentato di ledere la mia immagine e la mia onorabilità».
Lo scandalo, infatti, è venuto fuori per via di registrazioni effettuate durante un incontro nella casa del padre del ministro. Una circostanza che scandalizza il ministro per le Riforme di Ncd Gaetano Quagliariello.
Dice, il ministro Quagliariello: «Credo che il caso De Girolamo ponga un tema di più ampia portata, che investe la civiltà stessa di un Paese e la possibilità per gli italiani di vivere in una società diversa da quella descritta nel film “Le vite degli altri”, dedicato alla Germania dell’Est».
Alessandra Arachi
Related Articles
E Buzzi disse al pm: «Non registri perché se parlo casca il governo»
Salvatore Buzzi davanti ai pubblici ministeri quando arriva al capitolo del campo profughi di Mineo, in Sicilia, si blocca. «Su Mineo casca il governo», accenna
L’estremista Golia e il David moderato
L’invasione televisiva di Berlusconi è un fatto vergognoso che si ripresenta ad ogni campagna elettorale, alla faccia della “par condicio” dietro la quale si riparano i berluschini. La novità di questa volta consiste – per quanto possiamo cogliere dalle prime reazioni del pubblico – nell’inefficacia del messaggio berlusconiano: è passato come acqua sul vetro.
Tra senso di realtà e conflitti evitati la cultura di governo del Papa
Quale cultura politica e di governo esprime papa Francesco? La domanda si è intensificata nelle ultime settimane, anche in riferimento ai suoi bagni di folla a Lampedusa e a Rio: all’apprezzamento generale della sua capacità relazionale si sono accompagnati alcuni dubbi sui pericoli di troppo diretto rapporto con il popolo, senza magari un’adeguata cultura di governance.