Valérie in ospedale, nuovo colpo per Hollande

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PARIGI — Da una parte il governo e l’Eliseo, che tacciono o ripetono senza neanche più crederci «occorre rispettare la vita privata», come fa in tv la ministra della Cultura Aurélie Filippetti. Dall’altra i fatti, gli eventi che travolgono la strategia di basso profilo scelta finora dal presidente della Repubblica, François Hollande.
Valérie Trierweiler, la compagna del presidente, è finita all’ospedale, venerdì pomeriggio, quando ha saputo delle rivelazioni per lei drammatiche del settimanale Closer su François Hollande e l’attrice Julie Gayet. Non solo. L’appartamento usato dalla coppia clandestina, al numero 20 di rue du Cirque, a soli 130 metri dall’Eliseo, sarebbe legato agli ambienti del banditismo corso.
Due notizie che mandano in frantumi il tentativo dell’Eliseo di contenere lo scandalo, alla vigilia della grande conferenza stampa di domani — presenti 500 giornalisti di tutto il mondo — che avrebbe dovuto rilanciare la politica soprattutto economica del presidente: da settimane l’entourage di Hollande preparava annunci e precisazioni sulla svolta social-liberale di una presidenza in crisi, sul patto di responsabilità con le aziende, sulla lotta alla disoccupazione.
Queste restano le vere priorità della popolazione francese, ma François Hollande si trova costretto oggi a pensare ad altro: la gravissima crisi famigliare, con una compagna ferita che quando si sarà ripresa potrebbe reagire pericolosamente, e i dubbi sulla serietà e lucidità del suo comportamento.
Se è vero quel che sostiene Closer — e in tre giorni non è arrivata alcuna smentita —, François Hollande, il capo di quella che resta una delle maggiori potenze del mondo, responsabile di un considerevole arsenale nucleare, il 30 dicembre scorso e probabilmente in molte altre occasioni ha eluso le abituali importanti misure di sicurezza che lo riguardano per mettersi il casco allo scopo di non farsi riconoscere, e raggiungere in scooter l’amante, nell’appartamento prestatole da un’amica attrice, Emmanuelle Hauck. Secondo il giornale online Mediapart in quella casa viveva la Hauck, compagna di Michel Ferracci, noto per il ruolo nella serie tv «Mafiosa» e condannato nel novembre 2013 a 18 mesi con la condizionale per le malversazioni del circolo di gioco d’azzardo parigino «Wagram» a favore della banda corsa «Brise de mer» (Brezza di mare). Separata da Ferracci, Emmanuelle Hauck aveva poi cominciato una relazione con François Masini, un altro corso legato al banditismo, ucciso il 31 maggio scorso.
Questo è l’ambiente con il quale sarebbe venuto indirettamente in contatto il presidente della Repubblica francese. Il settimanale di estrema destra Valeurs actuelles sostiene che la casa del 20 rue du Cirque è di proprietà di un grande industriale francese, la cui moglie ha spesso dato le chiavi ad attori, artisti e pure a un altro presidente della Repubblica, Jacques Chirac.
Il segretario dell’opposizione Ump, Jean-François Copé, rompe il silenzio della classe politica e parla di «disastro per l’immagine della funzione presidenziale». Valérie Trierweiler, «abbattuta» e «in ospedale per riposarsi e sottoporsi ad alcuni esami», dovrebbe essere dimessa oggi, ha detto il suo capo di gabinetto Patrice Biancone: «Dopo, deciderà cosa vuole fare». E queste parole sottolineano che siamo solo all’inizio.


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    SONO d’accordo con l’auspicio espresso domenica da Eugenio Scalfari: che l’Europa federale nasca, e la moneta unica si salvi.
In caso contrario avremo, al posto dell’Unione, tanti staterelli senza lode ma non senza infamia, non amici ma più che mai vassalli della potenza Usa. Torneremo alla casella di partenza: vinti dai nostri nazionalismi come nelle guerre mondiali del ’900.

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