I sindaci e la Tasi: mancano 1,5 miliardi

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ROMA — Alla fine una parola chiara l’ha detta, anzi l’ha scritta, il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, che ieri in un articolo pubblicato sul quotidiano Europa ha messo nero su bianco quello che già molti cittadini hanno capito: «Siamo chiari sul punto: nel 2014 i cittadini possessori di prima casa pagheranno di più del 2013, quando non è stata pagata per intero l’Imu sulla prima casa», anche se poi in circa 2500 Comuni ci sarà qualcosina da pagare con la mini Imu entro il 24 gennaio per farsi carico del 40% dell’aumento dell’aliquota base deciso da quelle stesse amministrazioni. In ogni caso, assicura Baretta, si pagherà però «meno del 2012. Ma di quanto?».
La risposta, dice il sottosegretario, dipende dai Comuni, i quali comunque lamentano che con la Tasi, la nuova tassa sui servizi indivisibili (illuminazione pubblica, polizia locale, ecc.) incasseranno un miliardo e mezzo in meno rispetto a quanto avevano incassato nel 2012 con l’Imu. Saranno i Comuni a decidere le aliquote e le detrazioni. Il governo infatti presenterà probabilmente questa settimana un emendamento al decreto legge enti locali in discussione al Senato oppure utilizzerà un decreto legge in una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri per concedere ai Comuni la possibilità di aumentare complessivamente da un minimo di 0,1 a un massimo di 0,8 per mille le aliquote della Tasi, attualmente stabilite in massimo 2,5 per mille sulla prima casa e 10,6 per mille sulle seconde. Complessivamente, spiega Baretta, significa che se un Comune decide per esempio un aumento di 0,2 per mille dell’aliquota sulla prima casa per aumentare anche quella sulle seconde case avrà a disposizione al massimo lo 0,6 per mille. Le maggiori entrato dovranno essere utilizzate, stabilirà il governo, per concedere detrazioni. La vecchia Imu prevedeva uno sconto di 200 euro sulla prima casa più 50 euro per figlio a carico. Saranno comunque i Comuni a decidere la misura e i destinatari delle nuove detrazioni, così come in quante rate far pagare la Tasi e con quali scadenze, fermo il termine del 16 giugno nel caso di pagamento in un’unica rata. Nonostante ciò i sindaci continuano a protestare perché appunto mancherebbe all’appello un miliardo e mezzo rispetto alla vecchia Imu. Il primo cittadino di Milano, Giuliano Pisapia, parla di «decisioni scellerate, per usare un eufemismo». Ma Baretta replica che «sulla Tasi la partita per noi è chiusa». Protesta anche la Cgia di Mestre perché la Tasi costerà al mondo delle imprese almeno un miliardo di euro in più». Sul tema non è intervenuta Confindustria che invece, ieri, ha lanciato l’allarme sulla restrizione del credito bancario sofferta dalle aziende, che hanno subito un calo del 10,5% dei prestiti dal 2011 a oggi.
Insieme con le modifiche alla Tari potrebbe arrivare anche la Tari a peso. I Comuni cioè, così come chiede Scelta civica, avrebbero l’obbligo di legare la nuova tassa sui rifiuti che debutta quest’anno alla spazzatura effettivamente prodotta da ogni famiglia e non più ai vecchi parametri dei metri quadrati dell’abitazione e della numerosità del nucleo familiare. «Sono perfettamente d’accordo — dice Baretta —. Nulla lo impedisce. Ci sono città dove già il peso viene calcolato, utilizzando i cassonetti con i chip oppure attraverso appositi sacchetti».


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