Dalla Basilicata alla Sardegna La sindrome locale dei 5 Stelle

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MILANO — Il paradosso del territorio: da culla del Movimento a croce. I Cinque Stelle sono nati come meet-up locali e sono diventati il catalizzatore di proteste anche geograficamente circoscritte (No Gronda, No Terzo valico, No Tav, No inceneritori, No Muos). Ora, però, sono percorsi da Nord al Sud da scosse che rischiano di minarne l’unità. La spaccatura del Movimento in Sardegna, culminata con la clamorosa scelta di non presentare la lista dalle Regionali, è solo la punta dell’iceberg di un’erosione interna, visibile ancor di più nei luoghi dove si sono avute (o si avranno) votazioni amministrative. Già nella scorsa primavera si sono registrate le prime crepe tra fazioni. Dopo il passo falso alle Regionali in Friuli Venezia Giulia (sono passati dal 27,2% al 13,7% come voto di lista) alle Amministrative è cominciata la deriva dei candidati. A Imperia i Cinque Stelle si sono divisi in due (una lista «ufficiale» e un’altra «ribelle»). Risultato? Alle Comunali hanno preso l’8,6%, contro il 33,6% delle Politiche. Stessa sorte anche ad Ancona, dove un gruppo di attivisti aveva anche sottoscritto un documento contro Andrea Quattrini, il candidato sindaco certificato dal blog.
Primi sintomi allora. Il malessere è cresciuto in parallelo con le delusioni elettorali. In Alto Adige Andreas Perugini, numero due alle selezioni locali, è stato estromesso dal Movimento a settembre, a poco più di un mese dal voto. Una mossa discussa dai militanti. Stessa sorte per Giuseppe Di Bello, vincitore delle primarie sul blog in Basilicata, poi cacciato: nonostante lo sforzo dei parlamentari, presenti in massa prima del voto, e dello stesso Grillo la lista passa dal 24,9% al 9% (le preferenze per i candidati governatori sia in Friuli Venezia Giulia sia tra i lucani sono state più alte in media del 5%, ndr ). In contemporanea si sono aperti nuovi fronti: Abruzzo, Puglia e Sardegna. In Abruzzo erano stati «attivati» dei comitati per la scelta dei candidati per le prossime Regionali, che si terranno a maggio insieme alle Europee. Una mossa da cui Grillo ha voluto prendere le distanze con un post: «Mi è stata comunicata la nascita di alcuni comitati per il vaglio di candidature per elezioni regionali e comunali — ha scritto il leader —. Vorrei ribadire che il Movimento è una forza politica aperta dove tutti i cittadini possono partecipare presentando una lista seguendo la procedura». Poi si sono svolte altre consultazioni provinciali e ora — come spiegano i 5 Stelle abruzzesi — si è in attesa solo della consultazione finale sul blog: «È giunto il momento di scegliere il nostro portavoce alla carica di governatore». In Puglia, invece, ci sono attriti tra la base e gli eletti e si teme una moltiplicazione dei candidati per le Amministrative del 2014.
Ieri Grillo ha spiegato ieri le motivazioni che lo hanno spinto a non concedere l’uso del simbolo in Sardegna: «Le liste presentate erano in profondo disaccordo tra loro e questa situazione perdurava da mesi nonostante i numerosi tentativi proposti di trovare una composizione» ha scritto. E ha aggiunto: «Il M5S non è a caccia di poltrone e la partecipazione a una competizione regionale non è obbligatoria». Alle Regionali prenderà parte il Nuovo Movimento Sardegna, nato da una costola di attivisti delusi, con buona pace dei militanti che ancora ieri davano sfogo alla loro amarezza sul web. Dovranno attendere per votare i Cinque Stelle le Europee: una competizione nazionale, in cui, secondo i sondaggi che lo vedono brillare, il Movimento potrà ancora coagulare speranze e proteste. E proprio in ottica Europee, è arrivata la stoccata a Grillo da Marine Le Pen,leader del Front National: «Ci sono alcuni punti in comune fra noi, primo fra tutti l’opposizione all’euro. Ma per me è difficile capire il suo movimento, non ci vedo coerenza».
Emanuele Buzzi


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