Goodyear, dirigenti bloccati da un maxi-pneumatico

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PARIGI — «Vogliamo mettere pressione sulla direzione e tornare al tavolo delle trattative — dice Franck Jurek, sindacalista della Cgt —. L’obiettivo è vedere se qualcuno è interessato ad acquistare lo stabilimento, e se non arriva nessuna offerta, procedere con un piano di partenze volontarie per tutti, che preveda molti soldi».
Così, per «mettere pressione» come dice il sindacalista, il direttore della produzione Michel Dheilly e il direttore delle risorse umane Bernard Glesser sono stati sequestrati dai dipendenti della Goodyear di Amiens, che non si rassegnano alla chiusura della loro fabbrica. Dopo l’inizio di un incontro già previsto per ieri mattina, i due manager sono stati trattenuti nella sala delle riunioni grazie a un enorme pneumatico da trattore piazzato nella porta. Un modo, anche simbolicamente, molto efficace.
Il 31 gennaio scorso la direzione del colosso americano dei pneumatici Goodyear ha annunciato la chiusura della fabbrica, che dà lavoro a 1.173 persone. La vicenda della Goodyear di Amiens è diventata un caso importante per molti motivi: proprio qui l’allora candidato presidenziale François Hollande promise in campagna elettorale una legge contro i cosiddetti licenziamenti di convenienza borsistica, quelli decisi non perché una fabbrica non è redditizia ma al puro scopo di fare salire le azioni (la Cgt sostiene che i ricavi di Amiens negli ultimi mesi sono aumentati del 51%). La Goodyear afferma invece che lo stabilimento non è abbastanza produttivo, e ha trovato — non a caso, secondo i sindacati — un alleato in Maurice Taylor detto «the Grizzly», capo del piccolo concorrente Titan, che potrebbe rilevare lo stabilimento ma pone le sue condizioni: prima Goodyear e sindacati trovano un accordo per la chiusura della fabbrica e il licenziamento dei 1.173 operai, poi la Titan potrebbe comprare lo stabilimento e riassumerne 333.
In attesa che il governo prenda posizione, i due dirigenti Goodyear restano bloccati dal pneumatico gigante. Non è la prima volta che i lavoratori francesi «sequestrano» i loro manager: nel 2009 è accaduto a cinque quadri della Caterpillar di Grenoble, a un dirigente della 3M di Pithiviers, all’intero consiglio della Siemens di Saint-Chamond.
Stefano Montefiori


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