Gli ostacoli per Kerry sul percorso di pace

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E nei prossimi giorni vedrà altri leader della Lega Araba nella speranza che possano contribuire ad «oliare» il tragitto verso le intese. Le tappe giordana e saudita erano previste già prima dell’arrivo in Israele giovedì, la decima visita mirata a far decollare il suo progetto di «processo di pace» avviato nel luglio scorso. Ma ora acquistano un significato nuovo alla luce degli ostacoli emersi nei colloqui con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente palestinese Mahmoud Abbas. In particolare il gabinetto israeliano accusa l’Autorità palestinese di «incitare al terrorismo e alla violenza». «Abbiamo fatto progressi. La strada sta diventando più chiara. Il puzzle è più definito. Tutti ora sono consapevoli di quali siano i problemi aperti», ha comunque dichiarato Kerry mostrando l’ottimismo e l’energia del mediatore navigato. Lui dovrebbe tornare a Gerusalemme nelle prossime ore.
I temi più scottanti del momento sono almeno due. Il primo riguarda la valle del Giordano e la dozzina di colonie ebraiche ivi erette da Israele dal 1967 ad oggi. I ministri «falchi» nel governo israeliano le hanno ripetutamente visitate negli ultimi giorni, giungendo anche a proporne l’annessione. Netanyahu insiste che debba restare una presenza militare «permanente» lungo il confine. I palestinesi si oppongono e chiedono la resa integrale della regione. Un secondo ostacolo riguarda la proposta israeliana di scambio territoriale: dare al futuro Stato palestinese una zona israeliana densamente popolata da arabi in cambio del mantenimento del controllo su «blocchi di colonie» ebraiche in Cisgiordania. Si tratta di una «condizione base», ha ribadito ieri Avigdor Lieberman, il ministro degli Esteri che ne è tra i più accesi fautori. Ieri lui stesso è tornato a specificarla. «Mi riferisco al piccolo triangolo di Wadi Ara. Non sarà un trasferimento di popolazione. Nessuno sarà espulso o bandito. Semplicemente il confine sarà spostato», ha dichiarato riferendosi alla regione a sud della Galilea abitata da circa 300 mila arabi.
Lorenzo Cremonesi


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