La controprotesta dei Forconi moderati «Tutti dal Papa»

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ROMA — «Noi abbiamo in mano i forconi, mica il tridente, perciò non siamo diavoli e il Papa ci apprezzerà…». Il vulcanicissimo Mariano Ferro, leader dei Forconi siciliani, che una ne fa e cento ne pensa, annuncia così il cambio di programma, dopo la scissione avvenuta domenica, a suon di accuse reciproche, con il Contadino di Latina, Danilo Calvani, rimasto solo e impegnato domani col suo sit-in di protesta a piazza del Popolo. E dunque, l’ala trattativista (col governo) del Comitato anti tasse e anti Europa del 9 dicembre, non solo i siciliani ma anche i veneti di Lucio Chiavegato e i bresciani di Renzo Erbisti, non ci sarà domani ma calerà a Roma domenica prossima, 22 dicembre, in un luogo comunque assai suggestivo, piazza San Pietro, a partire dalle 7 di mattina, per vivere «un momento di pace e serenità».
«I poveri non possono aspettare ha detto papa Bergoglio — ricorda Mariano Ferro —. Ci piacerebbe se Francesco lanciasse per noi un messaggio per quanto sta accadendo nel nostro Paese». I Forconi s’appellano dunque al Santo Padre, ma la settimana che porta al Natale s’annuncia caldissima e i nostri apparati di sicurezza monitorano gli eventi (oggi alle 14 l’ambasciatore Giampiero Massolo, direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, riferirà al Copasir). Eh sì, perché alla manifestazione di domani, autorizzata dalla Questura, in piazza del Popolo dalle 15 alle 18, malgrado le rassicurazioni fornite da Danilo Calvani, il leader degli agricoltori pontini che non vuol saperne di trattare col governo e ne chiede anzi le dimissioni, saranno presenti pure quelli di CasaPound. A garantirlo è Simone Di Stefano, proprio lui, il vicepresidente del movimento di estrema destra condannato ieri per direttissima a tre mesi e rilasciato «per il rubabandiera» di sabato scorso sul balcone della sede dell’Unione Europea. «Saremo in piazza del Popolo — promette Di Stefano — ma non siamo noi gli infiltrati e nessuno si dovrà spaventare. Verremo con il tricolore, con le maschere e i cappi al collo degli italiani suicidati per colpa della crisi economica». Ma sempre domani, in concomitanza col sit-in di piazza del Popolo, anche i Movimenti per la Casa insieme con i migranti e i rifugiati sfileranno in corteo e il centro di Roma sarà blindato per evitare contatti tra le opposte fazioni: 1.500 gli agenti impegnati. In vista del raduno di agricoltori e camionisti, il prefetto ha vietato l’assembramento di Tir in prossimità dei caselli autostradali e la circolazione in città dei mezzi pesanti che non trasportano merci.
La crisi morde gli italiani, ieri lo ha ricordato Giorgio Napolitano: «Occorre accompagnare il più severo richiamo al rispetto della legge con la massima attenzione a tutte le cause e i casi di più acuto malessere sociale». Danilo Calvani, l’uomo della Jaguar, ormai una star (ieri sera era in collegamento con «Porta a Porta» e «Piazza Pulita») conclude così: «Potevamo restare uniti, ma Ferro e Chiavegato si sono venduti al governo per un piatto di lenticchie. Se domani ci ripensano, li accoglieremo a braccia aperte. Comunque sia, noi siamo certi che riempiremo piazza del Popolo senza alcuna violenza. Io non sono fascista né comunista, non faccio parte di Scientology. Io sto solo dalla parte della gente comune, che non ce la fa più a campare».
Fabrizio Caccia


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