Londra, aumento di stipendio ai deputati. Ma loro rifiutano

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Il quesito è pressoché unanime. Il Paese soffre per la crisi, perché mai chi rappresenta i cittadini ai Comuni dovrebbe intascare di più?
Per il liberal-democratico Danny Alexander, sottosegretario al Tesoro, la decisione dell’Ipsa (l’Independent parliamentary standards authority) è «completamente incomprensibile». «Non è il momento» sottolinea, ricordando che gli altri dipendenti pubblici possono avvalersi di un incremento massimo dell’1%. I tre partiti principali presentano fronte unito: per il laburista Ed Balls l’aumento è «assurdo», mentre il conservatore Philip Hammond, ministro della Difesa, già precisa che non accetterà le 7.600 sterline annue in più alle quali avrà diritto a partire dal maggio 2015. «Sono sicuro che tutto il Consiglio dei ministri agirà come me, il premier David Cameron vorrà una presa di posizione forte e decisa su questo argomento».
L’Ipsa dovrebbe annunciare il pacchetto di provvedimenti giovedì, precisando che entrerà in vigore dopo le prossime elezioni. Non ha bisogno dell’approvazione del Parlamento. L’Authority è completamente indipendente. Era stata creata dopo lo scandalo delle spese parlamentari del 2009 proprio per evitare il conflitto d’interessi. «Spero che sia disposta a cambiare rotta. L’Authority deve tenere presente il clima economico e i sacrifici della gente», si è augurato Alexander. In realtà l’Ipsa sarebbe convinta della necessità dell’aumento, che porterebbe lo stipendio base dei deputati a 74 mila sterline (circa 89 mila euro) lorde annue e costerebbe al contribuente 4,5 milioni di sterline. L’ultimo ritocco c’era stato tre anni fa e per l’Ipsa è ora di rimpinguare la busta paga.
Secondo Jack Straw, ex ministro laburista che ha già fatto sapere che non si candiderà alle prossime elezioni, l’Ipsa non ha tutti i torti. «La realtà è che se vogliamo che la politica attiri gente da tutti i settori e tutte le classi sociali dobbiamo assicurarci che offra uno stipendio dignitoso anche per chi non ha alle spalle una famiglia ricca, una villa in campagna e un conto in banca consistente»; un chiaro riferimento alle agiate circostanze di Cameron, del cancelliere dello Scacchiere George Osborne (erede di una celebre ditta di carte da parati e stoffe) e di diversi altri parlamentari. Attraverso i social media, comunque, sono circa 50 i deputati che hanno già fatto sapere di essere contrari all’aumento. L’ironia è che, come ha precisato il conservatore Peter Bottomley, l’unico modo per bloccare l’aumento è smantellare l’organizzazione che gli stessi deputati hanno creato per evitare spese eccessive e scandali e che, se da una parte promuove l’incremento dello stipendio, dall’altra abbassa il livello della pensione e limita le spese per le quali i membri del Parlamento hanno diritto a un rimborso.
Paola De Carolis


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