Il fantasma del Palazzo

Loading

 IL PATTO siglato nei giorni scorsi tra Renzi e Letta viene quindi messo subito alla prova. L’abolizione del Senato e l’introduzione di un sistema a doppio turno dovrà essere ora calato nelle nuove condizioni. «L’accordo c’è – conferma il futuro segretario del Pd – ora va solo rispettato». E anche il presidente del consiglio non nasconde nei suoi colloqui informali di aver concordato un percorso da ufficializzare quando il sindaco sarà effettivamente il leader democratico. «Ma la strada è quella che è stata descritta e ora, dopo questa sentenza, a maggiora ragione bisogna andare avanti. Non possiamo certo rimanere fermi». La svolta della Consulta, quindi, può diventare uno sprone per arrivare alla riforma. Anzi, per l’asse Enrico-Matteo è un «obbligo».
E infatti il premier ne parlerà esplicitamente mercoledì prossimo alla Camera e al Senato. Annuncerà un disegno di legge costituzionale preparato dal ministro delle riforme Quagliariello per la trasformazione di Palazzo Madama nel Senato delle Autonomie. Un articolato che sarà approvato in un consiglio dei ministri prima di Natale. E anche sulla riforma elettorale ribadirà che l’esecutivo intende guidare il processo escludendo il ricorso ad un decreto – che porta al consolidamento del bipolarismo e descriverà un modello che richiama implicitamente quello francese del doppio turno.
Eppure, la decisione della Consulta può trasformare nel senso opposto il volto appena disegnato di questa legislatura. La sentenza dei giudici – che gli esperti considerano autoapplicativa, ossia non richiede necessariamente altri interventi normativi – per molti assomiglia ad una «operazione di chirurgia estetica che cambia improvvisamente i connotati della situazione politica». L’incostituzionalità di due articoli della legge – quello sulle liste bloccate e quello sul premio di maggioranza – ha di fatto portato le lancette dell’orologio elettorale al 1992. Quando si è votato per l’ultima volta con il sistema proporzionale puro. Quell’impianto ha ripreso vita con una sola correzione: la soglia di sbarramento al 4%. E con una sentenza “additiva” è stata anche reintrodotta la preferenza unica.
Una scelta, appunto, in grado di terremotare l’equilibrio della nuova maggioranza. Il fronte dei “proporzionalisti” ha ripreso vigore e sta già tentando di far naufragare il piano Letta-Renzi. A farne le spese potrebbe essere in primo luogo il sindaco fiorentino. Che non a caso boccia come «discutibile» la sentenza e che ora si ritrova con un’arma spuntata: non può più minacciare le elezioni anticipate. Ritornare al voto senza una riforma, infatti, significa cadere nell’autoperpetuarsi delle larghe intese. Il nuovo segretario democratico rischia di ritrovarsi incatenato nella gabbia della potenziale ingovernabilità. Un pericolo che l’ex rottamatore ha ben chiaro e che adesso può esorcizzare solo con una risultato netto alle primarie di domenica in termini di consensi e partecipazione.
Nessuno degli attuali quattro poli è in grado di conquistare la maggioranza dei seggi. Il massimo per Silvio Berlusconi che da mesi punta sulla “non vittoria” del centrosinistra e anche per Beppe Grillo che fa della confusione e della inerzia altrui il suo gioco. In effetti la sentenza della Corte costituzionale ha di nuovo messo in evidenza l’incapacità della politica di prendere una decisione e di assumersi una responsabilità. C’è stato bisogno della mossa di un soggetto esterno per rimuovere in qualche modo una legge che tutti definivano una porcata.
Conseguenza: la legislatura rischia di paralizzare se stessa fino alla definizione di un nuovo sistema elettorale e di dare voce ai difensori dello status quo. Ma nello stesso tempo tutti avvertono il pericolo di una delegittimazione politica di questo Parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale nel suo nucleo essenziale. Certo la Consulta ha voluto mettere al riparo tutti gli atti compiuti dalle Camere fino ad ora per non far crollare l’intero sistema come un castello di carte. Il principio del “tempus regit actus” vale quindi per ogni provvedimento, anche per la convalida dei parlamentari. Pure per quelli che alla Camera sono in attesa del definitivo via libera dalla Giunta per le elezioni.
A questo punto la vera sfida sono i tempi. Il patto Letta-Renzi regge se viene confermato nel merito e nella cronologia. Per andare a votare nella primavera del 2015, bisognerebbe approvare senza esitazioni tutte le modifiche alla Costituzione. A Palazzo Chigi il cronoprogramma prevede il disco verde finale di questo pacchetto entro la prossima estate per poi approvare la legge elettorale contestualmente o in autunno (come accadde nel 1993). E infine celebrare tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 l’eventuale referendum confermativo.
Un calendario a tappe forzate. Che, però, adesso spaventa l’intero fronte bipolarista. Senza il pungolo di un possibile ritorno alle urne, qualcuno sta già pensando di allungare la fine concordata della legislatura spostando l’appuntamento al 2016. Un’ipotesi che innervosisce Renzi e che non viene gradita nemmeno dal presidente della Repubblica. Che da tempo invoca una riforma elettorale. E che fin dall’inizio del suo secondo mandato aveva fatto capire di non voler affatto completare il settennato. Ma di volersi dimettere una volta messo in sicurezza il sistema politico e istituzionale.


Related Articles

Il punto di non ritorno

Loading

    FORSE anche contro la sua volontà, Angelino Alfano ha ormai superato il punto di non ritorno. Quel confine invisibile è stato oltrepassato nel momento in cui ha comunicato al suo “padre putativo” che non avrebbe partecipato alla riunione dell’ufficio di presidenza del Pdl. Quel passo, destinato a condurre verso la scissione del centrodestra, sembra però compiuto con una dose di inconsapevolezza.

Banca Etruria, il ministro Padoan scarica Maria Elena Boschi

Loading

Verso le elezioni. La commissione banche sempre più un boomerang per il Pd

Scioglimento per le Regioni inadempienti

Loading

Stretta sui costi della politica. Finanziamenti ai gruppi tagliati del 50% e spese tracciate

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment